Page 289 - Atti 2014 - La neutralità 1914-1915. la situazione diplomatica socio-politica economica e militare italiana
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IV SeSSIone - l’ItalIa mIlItare                                     289



             bero quello che il redattore del Journal de Marche et Opération del 4° di Marcia
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             chiamò « il sentimento di vanagloria innato degli Italiani» . E il tenente Camillo
             Marabini non potè fare a meno di infuriarsi davanti un simile comportamento: «Il
             volontario preferisce tornare indietro con un prigionero preso per i capelli piutto-
                                                                                37
             sto che uccidere due nemici. È un po’ dell’anima della stirpe che si rivela» . La
             trincea, vuotata, fu così riconquistata dal nemico dopo una controffensiva vitto-
             riosa.
                Ciononostante, le perdite furono considerevoli. Un terzo dei garibaldini risul-
             tarono caduti, circa 600 feriti o dispersi, con la metà dei sottufficiali e il 41% degli
             ufficiali . Parecchi caddero vicino le trincee tedesche. Due nipoti di Garibaldi,
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             Bruno e Costante, furono uccisi.
                In queste condizioni, il comando francese decise di trasferire la Legione lonta-
             no dal fronte al deposito di Avignone e di scioglierla il 5 marzo 1915. La notizia in
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             Italia creò stupore e incomprensione . In realtà, i Francesi ne avevano abbastanza
             di questi volontari. Lo stato morale della truppa era molto basso con casi di diser-
             zione, di indisciplina (alcuni soldati, dai bastioni del Palazzo dei Papi, sparavano
                                                                                   40
             sui gatti dormienti sui tetti d’Avignone), di furti, di risse sulla piazza centrale .
             Molti ufficiali francesi disprezzavano questi garibaldini, li odiavano, segno di una
             xenofobia anti-italiana ma, soprattutto, ne erano gelosi. Nel marzo 1915, il prefet-
             to del Vaucluse giudicò severamente il comando della Legione Garibaldina: «Gli
             ufficiali  [sono]  incompetenti,  senza  autorità,  parolai  o  caporioni  rivoluzionari,
             prezzolati certamente dalla Germania» .
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                Però, ufficialmente, le autorità francesi fecero di tutto per esaltare questi nuovi
             martiri della ritrovata amicizia franco-italiana. Esse infatti, mentre la guerra e gli
             eserciti sprofondavano nelle trincee, capirono l’importanza di spingere l’Italia a
             raggiungere in guerra le potenze dell’Intesa. Gli indizi che lasciavano scorgere









                        e
             36  JMO du 4  de Marche, SHD-GR, 26 N 861.
             37  Marabini, Les Garibaldiens de l’Argonne, cit., p. 204.
                        e
             38  JMO du 4  de Marche, BIHLE e JMO dei tre battaglioni del 4  di Marcia, SHD-DAT, 6 N
                                                                o
                 861.
             39  « Lo scioglimento della legione garibaldina, Parigi, 8 », avanti !, 9 marzo 1915, prima
                 pagina.
             40  Telegramma del generale Servière al ministero della Guerra, Marsiglia, 14 marzo 1915,
                 SHD-DAT, 5 N 67. Relazione quotidiana degli agenti di Pubblica Sicurezza, 16 marzo
                 1915, ADV, 11 M 90 supplément,  240.
             41  Dispaccî del prefetto del Vaucluse al ministro del’Interno, Avignone, 14 e 20 marzo 1915,
                 SHD-DAT, fonds Buat, 6 N 21.
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