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72 la neutralità 1914 - 1915. la situazione diplomatica socio-politica economica e militare italiana
disposte a dare al Paese «[n]é molto né poco; quello soprattutto che riusciremmo
a pigliarci. Non c’è da farsi illusioni; ognuno pensa ai casi propri ed ai propri in-
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teressi; che del resto è ovvio e naturale» .
Considerazioni conclusive
Nonostante la firma – il 23 aprile precedente – del Patto di Londra, è dunque,
in un clima di sostanziale incertezza che il 3 maggio l’Italia «riprende la propria
piena libertà d’azione» e denuncia apertamente un’Alleanza «la cui apparenza
formale non sarebbe destinata che a dissimulare la realtà di una sfiducia continua
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e di contrasti quotidiani» . Le «larghe promesse ed affidamenti» di von Bülow,
che «mostra[va] per conto suo e della Germania disposizioni più generose» di
quelle austriache, si erano scontrate con «la condotta di quei signori di Vienna,
che ricorrono a tutti gli espedienti più frusti della diplomazia per tergiversare e
procrastinare» . Anche questo a conferma di come, se le offerte della Duplice
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Monarchia erano (secondo Salandra) «meno che mediocri; di più formulate in
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guisa da togliere loro quel tanto di valore che possono contenere» , il problema
di fondo rimenavano la diffidenza e le rivalità che ispiravano i rapporti fra le parti.
È la convinzione – espressa in modo esplicito nella Nota circolare dell’Italia alle
Potenze diffusa dopo la consegna della dichiarazione di guerra – che “[d]all’atteg-
giamento tenuto dall’Austria-Ungheria dai primi di dicembre alla fine di aprile ri-
sultava chiaro il suo sforzo di temporeggiare” e che “l’Italia si trovava di fronte al
pericolo che ogni sua aspirazione avente base nella tradizione e nella nazionalità e
nel suo desiderio di sicurezza nell’Adriatico si perdesse per sempre” . Uno stato
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di cose che von Bülow sintetizza efficacemente (anche se non senza risentimenti
personali) all’interno delle sue memorie.
19 O. Malagodi, Conversazioni della guerra. 1914-1919. A cura di Brunello Vigezzi, tomo I, Da
Sarajevo a Caporetto, Milano-Napoli, 1955, p. 50; il testo parafrasa una conversazione dell’A.
con il Ministro degli Esteri, Sonnino, del 6 aprile 1915.
20 Il Ministro degli affari esteri [Sonnino] al R. Ambasciatore in Vienna [Avarna], 3.5.1915, in il
Libro Verde. Documenti diplomatici presentati al Parlamento Italiano dal Ministro degli Affari
Esteri Sonnino nella seduta del 20 maggio 1915. In appendice: Risposta del Governo Austriaco
alla denuncia del trattato della Triplice Alleanza; Replica italiana; Testo della Dichiarazione di
guerra; Nota Circolare dell’Italia alle Potenze, Milano, 1915, pp. 110-12 (112); nell’originale
(in francese) del messaggio indirizzato alla Ballhausplatz: «Il est également inutile de maintenir
à l’alliance une apparence formelle, qui ne serai destinée qu’à dissimuler la réalité d’une méfian-
ce continuelle et de contrastes quotidiens».
21 Malagodi, Conversazioni..., cit., p. 51; cfr., supra, nota (17).
22 Ibidem; in questo caso, il testo parafrasa una conversazione dell’A. con il Presidente del
Consiglio, Antonio Salandra, del 12 aprile 1915. Un giudizio simile appare, ad es., nella
perifrasi del colloquio dell’A. con lo stesso Salandra del 6 maggio successivo, a pp. 53-56.
23 Nota circolare dell’Italia alle Potenze, 23.5.1915, in Il Libro Verde..., cit., pp. 121-28 (125).