Page 70 - Atti 2014 - La neutralità 1914-1915. la situazione diplomatica socio-politica economica e militare italiana
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70 la neutralità 1914 - 1915. la situazione diplomatica socio-politica economica e militare italiana
Cartolina satirica dei primi mesi del conflitto, raffigurante l’Italia secondo la consueta
iconografia femminile, strattonata (o sostenuta?) da una parte dalle Potenze dell’Intesa,
dall’altra dagli Imperi centrali. La didascalia sembra rispecchiare ancora l’adesione a una
posizione di neutralità, peraltro sempre più difficile da mantenere.
ancora in febbraio erano esplicitamente negate, tanto da fare rimpiangere il fal-
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limento degli abboccamenti avuti dalle stesse Potenze con di San Giuliano ) si
connettono, in larga misura, all’evoluzione dello scenario operativo, in particolare
all’avvio delle operazioni a Gallipoli contro le forze ottomane (19 febbraio) e al
loro pressoché immediato stallo, e alla riuscita della controffensiva austro-tedesca
sul fronte orientale dopo il momentaneo successo dell’azione russa in Galizia av-
viata nel settembre precedente.
Il momento in cui l’Italia entra in guerra non è, quindi, dei migliori. Dopo il
termine del conflitto, lo stesso Salandra avrebbe riconosciuto che: «L’Italia entrò
in guerra […] quando le sorti delle armi volgevano decisamente avverse ai Russi
dopo la vittoria austro-tedesca di Görlice. Non si poteva per allora effettuare l’of-
fensiva convergente contro l’esercito austriaco che era a base delle convenzioni
16 Cfr., ad. es., Amendola ad Albertini, 2.2.1915, in L. Albertini, Epistolario. 1911-1926. A cura
di Ottavio Barié, vol. I, Dalla guerra di Libia alla Grande Guerra, Milano, 1968, n. 280, pp.
329-30, secondo cui «Sonnino avrebbe fatto recentemente qualche avance, in modo coperto e
non compromettente, ai governi dell’Intesa; ma le avances italiane non sarebbero state raccolte.
[Andrea] Torre [all’epoca capo dell’ufficio di corrispondenza di Roma del Corriere della Sera]
mi conferma di avere saputo da Sonnino stesso che i governi dell’Intesa dimostrano la più gran-
de indifferenza per le decisioni dell’Italia».