Page 68 - Atti 2014 - La neutralità 1914-1915. la situazione diplomatica socio-politica economica e militare italiana
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68 la neutralità 1914 - 1915. la situazione diplomatica socio-politica economica e militare italiana
stata indicata come la «concezione quasi maniacale della segretezza» del Mini-
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stro degli Esteri Sonnino ), dall’altra per il progressivo restringersi degli spazi
a disposizione dei decisori politici. È stato ampiamente rilevato il ruolo che il
sistema delle alleanze e delle mobilitazioni incrociate ha avuto nel determinare
l’entrata in guerra di tutte le maggiori Potenze europee. È stato egualmente ri-
levato il ruolo che ha avuto, nel determinate la conflagrazione finale, la diffusa
convinzione della sua ineluttabilità (se non della sua desiderabilità), in un contesto
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dominato dai principi del darwinismo sociale . In Italia, quest’aspetto assume una
connotazione particolare. Ciò cui si assiste nel corso dei dieci mesi della neutra-
lità è il graduale esautoramento della scena politica non solo delle componenti
più apertamente tripliciste, ma soprattutto delle forze moderate, simbolicamente
raggruppate intorno alla figura di Giovanni Giolitti, che nel marzo 1914 aveva
dovuto cedere il timone del Paese alla coalizione liberal-conservatrice guidata
da Antonio Salandra. La centralità giolittiana rispetto alla variegata galassia del
neutralismo italiano (evidente nell’intenso scambio epistolare che ruota intorno
allo statista di Dronero allo scoppio delle ostilità ) è la vittima prima – e forse più
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eclatante – della polarizzazione del confronto interno che accompagna il Paese
verso le “radiose giornate di maggio”. La scomparsa del marchese di San Giuliano
(16 ottobre 1914) e l’iter che porta al vetrice della Consulta il liberal-conservatore
Sidney Sonnino (5 novembre 1914) in un momento particolarmente delicato del
conflitto s’innestano su questa dinamica; lo stesso vale per il progressivo irrigi-
dimento della posizione austriaca dopo il fallimento de facto della mediazione
dell’ex-Cancelliere tedesco, von Bülow .
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Nei mesi a venire, altri fattori sarebbero intervenuti, fra cui: (1) l’irrigidimento
della posizione di Vienna sul tema dei compensi dopo l’arrivo alla Ballhausplatz
di István Burián al posto dell’apparentemente più remissivo Berchtold (13 gen-
naio 1915); (2) la “svolta interventista” di una larga parte della stampa, primo
fra tutti il Corriere della Sera di Luigi Albertini; (3) la penetrazione della propa-
12 C. Jean, Italiani e Forze Armate, Milano, 2010, p. 276.
13 Su questi aspetti cfr., per tutti, J. Joll, Le origini della prima guerra mondiale, trad. it., Roma-
Bari, 1985. Sull’operare del meccanismo delle alleanze e delle mobilitazioni incrociate cfr. B.W.
Tuchman, I cannoni d’agosto, trad. it., Milano 1998; cfr. anche G.E. Rusconi, Rischio 1914.
Come si decide una guerra, Bologna, 1987. Sulla volontà di guerra delle potenze europee cfr. le
considerazioni di F. Sanfelice di Monteforte, Strategy and Peace, Roma, 2007, pp. 335 sgg.
14 Cfr., ad es., Quarant’anni di politica italiana. Dalle carte di Giovanni Giolitti. A cura di Claudio
Pavone, vol. III, Dai primordi della grande guerra al fascismo. 1910-1928, Milano, 1962, pp.
103 sgg.
15 Sulla missione von Bülow e, in generale, sulla politica della Germania verso l’Italia nel periodo
1914-1915 cfr. A. Monticone, La Germania e la neutralità italiana: 1914-1915, Bologna, 1971.
Le Memorie di Bülow sono state pubblicate in ed. it., [Milano], 1930-1931; per il periodo della
missione cfr. spec. vol. III, Guerra mondiale e catastrofe. 1909-1920.