Page 155 - Il 1916 Evoluzione geopolitica, tattica e tecnica di un conflitto sempre più esteso - Atti 6-7 dicembre 2016
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II SeSSIone - I ServIzI dI InformazIone, alcune proSpettIve 155
La lotta crittografica nelle prime fasi del
conflitto
Prima dell’entrata in guerra dell’Ita-
lia, l’impatto delle radio intercettazioni
e della crittografia sulle vicende belliche
si era già manifestato durante le battaglie
combattute sul fronte occidentale e su
quello orientale.
La complessità dei cifrari radiotele-
grafici adottati dall’Esercito tedesco ave-
va provocato, durante la rapida avanzata
in territorio belga e francese, notevoli
problemi nelle telecomunicazioni che
dovevano necessariamente impiegare la
radio, a causa della distruzione sistema-
tica delle linee telegrafiche e telefoniche
attuata dagli eserciti nemici in ritirata.
La difficoltà delle operazioni di cifratura
provocava frequenti errori degli operato-
ri che erano costretti a ripetere più volte
i dispacci, occupando inutilmente le fre-
quenze radio e, spinti dall’urgenza, venivano talvolta indotti a trasmettere i di-
spacci senza cifrarli, con grande delizia degli attenti intercettatori Francesi.
Al fronte orientale, erano invece i Russi a trasmettere i propri dispacci in
chiaro, per difetti organizzativi che, all’inizio della guerra, avevano determinato
la disomogeneità dei cifrari a disposizione delle diverse Armate. Le intercetta-
zioni e le facili interpretazioni operate dai Tedeschi fornivano a questi ultimi in-
formazioni preziosissime, favorendo il grande successo delle armate germaniche
nelle battaglie di Tannenberg e dei Laghi Masuri.
Era perciò chiara, anche all’Esercito italiano, la necessità di proteggere tutti
i dispacci trasmessi via radio, mediante un’appropriata cifratura che però, nei
primi mesi di ostilità contro l’Austria - Ungheria, veniva applicata solo parzial-
mente, cioè limitatamente ad alcune parole dei messaggi, offendo così al nemico
un formidabile appiglio per la decrittazione di interi telegrammi.
Tra gli handicap iniziali della crittografia italiana, si deve annoverare inoltre
l’”acquisizione” durante il periodo di pace, da parte del Servizio Informazioni
austriaco. di numerosi cifrari italiani tra cui il “Cifrario Rosso”, molto diffuso
per le comunicazioni tra i comandi fino a livello divisionale, e il “Cifrario Mili-
tare Tascabile” impiegato dalle unità subordinate.
Non erano invece noti agli Austriaci cifrari, come il “Verde” e il “Minerva”,
impiegati soltanto per le comunicazioni riservatissime tra il Comando Supremo

