Page 158 - Il 1916 Evoluzione geopolitica, tattica e tecnica di un conflitto sempre più esteso - Atti 6-7 dicembre 2016
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158           il 1916. EvoluzionE gEopolitica, tattica E tEcnica di un conflitto sEmprE più EstEso


             solo per trasmettere notizie di carattere non riservato, ovvero in casi di estrema
             necessità.
                Nel comparto più strettamente crittografico, le misure di tipo “difensivo” at-
             tuate dall’Esercito italiano comprendono la “proliferazione” dei cifrari, ottenuta
             autorizzando le Armate a creare propri sistemi di cifratura per le stazioni radio di
             piccola potenza, oltre ai frequenti cambiamenti dei “Cifrari di Servizio” tendenti
             a migliorarne la sicurezza.
                Quest’ultima misura sortisce solo l’effetto di aumentare i tempi impiegati da-
             gli analisti nemici per risolvere le novità crittografiche introdotte; lavoro invero
             facilitato per l’abbondanza del materiale crittografico disponibile, per errori e
             disattenzioni commessi da operatori scarsamente preparati e soprattutto per la
             “debolezza” dei cifrari italiani.
                Il cambiamento radicale, che conduce ad adottare cifrari più resistenti alla pe-
             netrazione, ha luogo tra gli ultimi mesi del 1916 e i primi del 1917, quando viene
             affidato al Reparto crittografico anche il compito di progettare nuovi sistemi per
             la protezione delle comunicazioni italiane, quali le “tabelle cifranti e decifranti”
             destinate a proteggere adeguatamente il “Rosso” e un nuovo cifrario sostitutivo
             del “Militare Tascabile” per l’impiego all’interno delle Divisioni, denominato
             cifrario “D” che non sarà mai violato dagli Austriaci.

             Le valutazioni della Commissione d’Inchiesta su Caporetto
                La nota Commissione, al fine di giustificare le difficoltà incontrate dall’Uffi-
             cio Situazione nel fornire, prima della battaglia di Caporetto, informazioni cor-
             rette e tempestive al Comando Supremo, cita tra le altre cause: «I perfeziona-
             menti raggiunti dal nemico nel proprio servizio informazioni (basterà accennare
             allo sviluppo assunto dalla intercettazione radiotelegrafica sussidiata da un me-
             raviglioso servizio criptografico)»
                e, nella nota a piè di pagina, aggiunge:
                «Durante  il  ripiegamento,  il  rilevamento  delle  nostre  stazioni
             radiotelegrafiche e la decifrazione dei nostri radiotelegrammi servì allo stato
             maggiore austriaco per identificare la nostra linea di ripiegamento.
                Da documenti catturati dopo l’armistizio è risultato che il nemico aveva tro-
             vato la chiave di quasi tutti i nostri cifrari compresi i più gelosi e complicati:
             si comprende perciò in quale stato di terribile inferiorità si svolgesse il nostro
             giuoco militare e diplomatico contro di lui.»
                Queste frasi sono state poi citate o riportate integralmente in libri e articoli
             anche recentissimi riguardanti la crittografia e il Servizio Informazioni italiano
             durante la Grande Guerra, per dimostrarne, in modo “inequivocabile” l’inferiori-
             tà rispetto agli analoghi Servizi del nemico. La diffusione, anche internazionale,
             delle valutazioni espresse dalla Commissione è una delle motivazioni che giusti-
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