Page 156 - Il 1916 Evoluzione geopolitica, tattica e tecnica di un conflitto sempre più esteso - Atti 6-7 dicembre 2016
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             e quelli delle Armate, garantendo livelli di segretezza più elevati del “Rosso”.
                Ugualmente, gli Austriaci non conoscevano i così detti “Cifrari di Servizio”,
             utilizzati dalle stazioni radio per scambiare notizie di servizio, ma anche per
             tradurre in cifra quei dispacci che giungevano in chiaro dalle Unità operative.
             Alcuni Cifrari di Servizio sono stati presto risolti dagli analisti austriaci che,
             guidati da un valente crittologo come Andreas Figl, si sono avvalsi dell’aiuto
             loro offerto dalla cifratura parziale, rimasta in vigore per più di due mesi dopo
             l’inizio del conflitto.
                Nel primo anno di guerra, il bilancio della lotta crittografica resta sbilanciato
             a sfavore degli Italiani i quali, pur intercettando e localizzando con i radiogonio-
             metri le stazioni nemiche e decrittando parti dei dispacci intercettati, non riesco-
             no a risolvere completamente alcun cifrario austriaco.
                Si cerca di ottenere l’aiuto degli Alleati, soprattutto dei Francesi all’epoca
             considerati maestri in quest’arte, ma le promesse ottenute non si concretizzano
             in alcun effettivo contributo.
                Si deve quindi attendere la primavera del 1916 perché sia ufficialmente costi-
             tuito il primo nucleo del Reparto crittografico dell’Esercito italiano, nell’ambito
             dell’Ufficio RT di Codroipo (UD) che era incaricato, fin dall’inizio della guerra,
             di intercettare e analizzare il traffico radio nemico. Il comando della nuova attivi-
             tà è affidato al Responsabile dell’Ufficio, il Capitano Luigi Sacco il quale ormai
             da mesi studiava, in solitudine quasi totale, i cifrari nemici.

             La riscossa crittografica italiana
                Gli appunti vergati a mano da Luigi Sacco durante l’estate e l’autunno del
             1916, contenuti in un libretto rinvenuto tra le carte di famiglia dal nipote del
             Generale, Professor Paolo Bonavoglia, testimoniano gli sforzi compiuti per ve-
             nire a capo dei cifrari austriaci, tedeschi e turchi. Le informazioni deducibili dal
             libretto d’appunti, unitamente a quelle reperite in altri documenti , consentono
                                                                        5
             di individuare alcuni dei cifrari nemici risolti, in questo periodo, dall’allora capi-
             tano e dai suoi collaboratori.
                Si tratta, tra l’altro, di: un cifrario campale austriaco a sostituzione, ottenuto
             molto probabilmente mediante dischi o regoli cifranti; un vocabolario sillabico
             usato dalle piccole unità dell’Esercito; il cifrario campale germanico e quello
             germanico - turco usato per le comunicazioni tra Berlino e Costantinopoli, co-
             stantemente monitorate dalle stazioni d’ascolto italiane, come tutte le trasmis-


             5  Oltre alle informazioni contenute nell’edizione del 1947 del “Manuale di Crittografia” di Luigi
                Sacco e nel libro “Codebreakers” di David Kahn, altre notizie sono dedotte da documenti con-
                servati negli Archivi della Grande Guerra dell’AUSSME (Archivio dell’Ufficio Storico dello
                Stato Maggiore dell’Esercito) e dell’ISCAG (Istituto Storico e di Cultura dell’Arma del Genio,
                Roma).
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