Page 160 - Il 1916 Evoluzione geopolitica, tattica e tecnica di un conflitto sempre più esteso - Atti 6-7 dicembre 2016
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160           il 1916. EvoluzionE gEopolitica, tattica E tEcnica di un conflitto sEmprE più EstEso


             ficano un’analisi esauriente e obiettiva della reale situazione esistente nel settore
             della “radio intelligence” al fronte terrestre italiano, durante l’autunno del 1917.
                A questo proposito, si ricorda innanzitutto come, per le comunicazioni riser-
             vatissime tra gli Alti Comandi italiani, fossero impiegati, sin dall’inizio della
             guerra, alcuni cifrari a diffusione molto limitata, che non risultano “compromes-
             si” nel corso del conflitto.
                Inoltre, il cifrario “Rosso”, largamente utilizzato e ben noto agli Austriaci, era
             stato “rinforzato”, nell’agosto del 1917 mediante le già citate tabelle cifranti e
             decifranti, munite delle istruzioni d’impiego riportate in figura.
                Secondo fonti austriache, le tabelle in questione sarebbero state risolte, sol-
             tanto il 21 novembre di quell’anno, quando la Battaglia d’Arresto sul Grappa e
             sul Piave stava ormai per concludersi. Quindi, per un lungo periodo precedente e
             successivo ai fatti di Caporetto, i dispacci cifrati con il Rosso, anche se intercet-
             tati, non hanno prestato il fianco alle decrittazioni nemiche.
                Più variegato è lo scenario relativo ai cifrari dei comandi subordinati, poiché
             solo qualche Corpo d’Armata impiegava nel proprio ambito la prima edizione
             del “Cifrario D”, mentre era ancora diffuso il “Militare Tascabile”. Inoltre, come
             si è detto, per le stazioni di piccola potenza era stato prodotto, in ciascuna Arma-
             ta, un cifrario, in alcuni casi resistente alla penetrazione.
                Infine, i Cifrari di Servizio lasciavano ancora margini per le decrittazioni de-
             gli analisti austriaci, nonostante che le numerose edizioni, prodotte a brevi inter-
             valli di tempo l’una dall’altra, rimanessero impenetrabili talvolta per interi mesi.
                Visto nel suo complesso, lo stato dei cifrari dell’Esercito italiano, durante il
             periodo di cui trattasi, non appare così “compromesso” come afferma la Com-
             missione; e ancor meno valido appare il giudizio di quest’ultima se lo si estende
             alle fasi successive del conflitto, secondo un approccio seguito da alcuni storici.
                Per quanto riguarda poi l’individuazione delle linee di ripiegamento dell’E-
             sercito italiano dall’Isonzo al Piave mediante il «rilevamento delle nostre stazio-
             ni radiotelegrafiche» con l’ausilio della radiogoniometria, si osserva che, a parte
             le segnalazioni di “spianto” trasmesse al momento di abbandonare le proprie
             posizioni da tutte le stazioni non colpite dall’artiglieria nemica, le Stazioni RT
             italiane hanno potuto raramente trasmettere durante la ritirata. Le comunicazioni
             telefoniche e telegrafiche tra i Comandi sono state prevalentemente assicurate
             mediante le linee statali e private esistenti nelle zone attraversate, rese disponi-
             bili grazie al grande e documentato impegno delle Sezioni Telegrafiche dell’E-
             sercito.
                Di converso, i radiogoniometri italiani hanno funzionato con continuità in
             ottobre e nei mesi seguenti, fatta eccezione per i pochi giorni impiegati della
             1 Sezione Radiogoniometrica nello spostamento, con tutti i propri apparati, da
               a
             Codroipo a Padova. I diari giornalieri della Sezione riportano i rilevamenti delle
             posizioni delle stazioni nemiche, associate di solito ai rispettivi Comandi, sino al
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