Page 150 - Il 1916 Evoluzione geopolitica, tattica e tecnica di un conflitto sempre più esteso - Atti 6-7 dicembre 2016
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150           il 1916. EvoluzionE gEopolitica, tattica E tEcnica di un conflitto sEmprE più EstEso



             trovate sui caduti, permise di seguire gli sviluppi dell’aviazione austro-ungarica
             e di avere un quadro piuttosto fedele della sua situazione sul fronte italiano.
             La frequenza degli aggiornamenti era peraltro condizionata dalla possibilità di
             stabilire dei contatti e quindi dal numero degli aviatori catturati, numero che era
             più alto quando più intensa era l’attività aerea e tendeva a ridursi nei periodi di
             stasi delle operazioni.
                Insieme alle tecniche  di interrogatorio  con il tempo si perfezionarono
             anche  i sistemi  di valutazione  e distribuzione  delle  informazioni,  dando vita
             ad un sistema di “intelligence” modernamente inteso. Ai notiziari dei comandi
             d’armata si sostituirono nell’ultimo anno di guerra i bollettini compilati dalla
             branca informazioni dell’organo di vertice dell’aviazione italiana attingendo a
             tutte le fonti disponibili. Gli elementi di oggettiva debolezza, che ne avrebbero
             sempre condizionato le capacità  operative, dell’aviazione  austro-ungarica
             emergono con chiarezza dalla lettura di questi documenti. Si trattava di fattori
             di natura organizzativa, come la scelta di mantenere autonome le compagnie
             di aviazione,  non attivando un livello  ordinativo superiore, equivalente  ai
             “gruppi” dell’aviazione italiana, o quella di distribuire una consistente aliquota
             di velivoli da caccia tra le unità di ricognizione, con una decisione che avrebbe
             dovuto agevolare il funzionamento  del servizio di scorta e che invece si
             traduceva in una dispersione di risorse, ed anche di fattori di natura tecnica,
             collegati alla intrinseca debolezza di una base industriale costretta a far fronte
             ad una perdurante carenza di materie prime e manodopera specializzata. Oltre
             ad una forte dipendenza  dall’industria  germanica,  che in qualche caso diede
             buoni risultati, come  con l’ottimo  biposto Brandenburg o con la  produzione
             dell’Albatros D.III, ciò significò una sostanziale difficoltà a seguire gli sviluppi
             della guerra aerea: i tentativi di equipaggiare i reparti da caccia con macchine
             di concezione  nazionale  non poterono avere gli sviluppi auspicati,  e quanto
             alla specialità del bombardamento i programmi concepiti nell’ultimo anno di
             guerra non arrivarono mai a concretizzarsi. Il Bollettino N° 9 dell’ottobre 1918
             fotografa  puntualmente  questo stato  di cose rappresentando alla  vigilia  della
             conclusione delle ostilità la sintesi di un’attività informativa che non lasciava
             più nulla al caso ed era in grado di fornire ai comandi un quadro di situazione
             preciso ed aggiornato.
                Non meno  rilevante  era  l’attività  informativa  direttamente  collegata  alle
             operazioni aeree di natura offensiva, attività che si traduce nello sviluppo di
             processi  che,  ispirando  la  scelta  dell’obiettivo  e  fondati  su una  sua accurata
             caratterizzazione, anticipano nella sua essenza il concetto di “targeting”, mentre
             quando sono condotti a posteriori, in sede di analisi dei risultati, possono a buon
             diritto essere considerati come una forma di “battle damage assessment”. Anche
             dal  punto di vista  dell’intelligence operativa  la  Grande Guerra si conferma
             come un momento fondante nell’evoluzione del fenomeno bellico e della sua
             declinazione in termini che oggi ci sono familiari.
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