Page 147 - Il 1916 Evoluzione geopolitica, tattica e tecnica di un conflitto sempre più esteso - Atti 6-7 dicembre 2016
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II SeSSIone - I ServIzI dI InformazIone, alcune proSpettIve         147



             invece in termini di interdizione e si identificavano con gli impianti ferroviari
             di Calliano  e Mattarello,  in  Val Lagarina,  e di  Villazzano,  sulla linea  della
             Valsugana, restando per il momento esclusa per motivi di opportunità la stazione
             di Trento. Inoltre avrebbero dovuto essere studiati e preparati, ma eseguiti solo
             su ordine specifico, il bombardamento degli impianti ferroviari di Bressanone,
             Bolzano e Franzenfeste (Fortezza), ad opera degli SVA dell’87ª Squadriglia, e
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             quello della centrale elettrica di Cavedine, o Fies.
                Per quanto atipico, anche quest’ultimo obiettivo rientrava nello schema delle
             operazioni  di  interdizione.  La  centrale  di  Fies,  che  secondo  le  informazioni
             disponibili al Comando Supremo aveva una potenza di 10.000 kW, forniva infatti
             la forza motrice alla ferrovia elettrica che da Trento, per la Val di Non e la Val
             di Sole, saliva fino a Fucine, sotto il passo del Tonale e le sue posizioni di prima
             linea. Inoltre, insieme a due centrali più piccole dava energia elettrica a buona
             parte del Trentino ed alle difese del suo versante occidentale. Un canale che si
             staccava dal fiume Sarca portava al lago di Cavedine, utilizzato come serbatoio
             di alimentazione, mentre un’opera di presa nella parte sudoccidentale del lago
             serviva il bacino di carico, attraverso un lungo canale, sotterraneo nel primo
             tratto, a cielo aperto poi, e le sette condotte forzate che alimentavano le turbine
             della centrale. L’officina elettrica, situata in fondovalle, sulla riva sinistra del
             Sarca, era un fabbricato di notevoli dimensioni, facilmente riconoscibile anche
             per la caratteristica sagoma a forma di castello, e non meno riconoscibili erano le
             tubazioni di ghisa delle condotte forzate, lunghe circa cento metri, che correndo
             l’una accanto all’altra occupavano una quarantina di metri.
                Caratterizzato  così  l’obiettivo,  il  compito  fu  affidato  al  Raggruppamento
             Squadriglie  da Bombardamento  che  avrebbe  dovuto  impegnare  nell’azione
             tutti  i velivoli disponibili.  Dopo una serie  di rinvii  dovuti  al  maltempo,  il
             bombardamento fu eseguito il 4 maggio 1918 da 25 trimotori Ca.3 dei gruppi IV,
                                                                         a
             XI e XIV scortati dai cacciatori del X Gruppo, mentre gli SVA dell’87 Squadriglia
             attaccavano il vicino campo d’aviazione di Campomaggiore per impedire alla
             caccia austro-ungarica di intervenire. I Caproni arrivarono sull’obiettivo nella
             caratteristica formazione d’attacco in fila indiana per sganciarvi 50 granate-mina
             da 260 mm e 116 da 162 mm, per un totale di 8.400 chilogrammi di bombe
             senza essere disturbati dall’aviazione austro-ungarica, mentre molto reattiva fu
             l’artiglieria contraerea che, pur senza ottenere risultati eclatanti, danneggiò con
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             le schegge delle sue granate almeno 11 velivoli.
             47  Comando Superiore di Aeronautica, Sezione 5ª, Ordine di operazione, n. 432 del 19 marzo
                1918, AUSSMA, 1ª Guerra Mondiale, Comando Superiore di Aeronautica, Sezione Segreteria,
                Ordini di operazione.
             48  Comando Raggruppamento Squadriglie da Bombardamento, Relazione sull’azione del giorno
                4 maggio 1918, n. 171 Op., AUSSMA, 1  Guerra Mondiale, Raggruppamento Squadriglie da
                                              a
                Bombardamento, Ordini di operazione e relazioni azioni di bombardamento 1918.
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