Page 142 - Il 1916 Evoluzione geopolitica, tattica e tecnica di un conflitto sempre più esteso - Atti 6-7 dicembre 2016
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142           il 1916. EvoluzionE gEopolitica, tattica E tEcnica di un conflitto sEmprE più EstEso



             informativa  mirata,  utilizzando  gli agenti  in zona ed analizzando  quanto
             compariva al riguardo sulla stampa nemica o neutrale. La prima di queste azioni
             venne definita nei suoi scopi e nelle sue modalità esecutive da un documento
                                                      39
             del Comando Supremo datato 26 luglio1916,  i cui contenuti furono ripresi e
             riproposti in termini più dettagliati dall’Ordine di Operazione n. 217 diramato
             alle squadriglie il giorno 28. Nel quadro del contrasto all’insidia della guerra
             sottomarina,  i vertici  della  Regia Marina avevano concordato  un attacco
             combinato al silurificio Whitehead di Fiume in cui al bombardamento effettuato
             nella notte da due dirigibili avrebbe dovuto seguire l’intervento a massa nelle
             prime ore del mattino di tutti i bombardieri Caproni disponibili, ritenendo di
             poter così cogliere di sorpresa i difensori proprio quando, dopo le lunghe ore
             trascorse in allarme, avrebbero cominciato a rilassarsi, e nel contempo di trovare
             le batterie contraeree ormai a corto di munizioni. Bersagli secondari erano il
             Cantiere Danubius, la raffineria, gli impianti ferroviari e portuali.
                L’operazione, più volte rimandata  a causa di condizioni atmosferiche
             sfavorevoli, fu infine eseguita il 1° agosto. Nella notte il forte vento contrario ed
             il tappeto di nubi che copriva il golfo del Quarnaro avevano vanificato l’azione
             dei dirigibili M1, partito da Ferrara, ed M6, alzatosi in volo da Iesi, costretti
             entrambi a rientrare con un nulla di fatto, ma la luce del giorno portò condizioni
             più favorevoli per i bombardieri. I 24 Caproni preparati al decollo sui campi
             di Aviano e della Comina si alzarono infatti in volo tra le 5,30 e le 6,45, con
             qualche ritardo sulla tabella dei tempi imposto dalla foschia del primo mattino.
             Tre bombardieri furono costretti a rinunciare da inconvenienti di varia natura ai
             motori, due rientrarono anticipatamente per aver perso contatto, ma gli altri, pur
             non riuscendo a mantenere la formazione, arrivarono regolarmente su Fiume
             dopo una navigazione durante la quale le maggiori difficoltà furono proposte
             dal cielo  parzialmente  coperto e dal rendimento  dei propulsori. Largamente
             distanziati l’uno dall’altro, i trimotori sganciarono 142 granate-mina da 162 mm
             e 2 da 260 mm, e gli esiti dell’attacco, contrastato con un tiro antiaereo intenso
             ma disordinato dalle batterie appostate sulle alture a nord di Fiume e dalle navi
             in porto, furono riassunti in questi termini nella relazione dell’Ufficio Servizi
                        40
             Aeronautici:  “Secondo  quanto  riferiscono  i  piloti  e  gli  osservatori  e  come
             risulta  chiaramente  da  fotografie  prese,  il  bersaglio  fu  efficacemente  colpito.
             Fu notato il divampare di numerosi e grossi incendi e lo sprigionarsi di dense
             colonne di fumo”.

             39  Comando  Supremo,  Reparto  Operazioni,  Ufficio  Servizi  Aeronautici,  Attacco  aereo  di
                squadriglie Caproni su Fiume, del 26 luglio 1916, Diario Storico Ufficio Servizi Aeronautici-
                Aviatori, AUSSMA, 1 Guerra Mondiale.
                                a
             40  Comando Supremo, Reparto Operazioni, Ufficio Servizi Aeronautici, Azione offensiva sulla
                città di Fiume, n. 4263 Av del 1° agosto 1916, Diario Storico Ufficio Servizi Aeronautici-
                Aviatori, AUSSMA, 1 Guerra Mondiale.
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