Page 137 - Il 1916 Evoluzione geopolitica, tattica e tecnica di un conflitto sempre più esteso - Atti 6-7 dicembre 2016
P. 137

II SeSSIone - I ServIzI dI InformazIone, alcune proSpettIve         137



             quantitativo. Al fronte si era subito percepito che qualcosa era cambiato e che
             l’avversario non era più in grado di sviluppare la sua azione con la stessa veemenza
             dei mesi invernali: “La partenza delle squadriglie germaniche è contrassegnata
             da un improvviso arresto dell’attività aerea nemica. Dal mese di marzo in poi
             l’aviazione a.u. rimasta sola, non dà altri segni di attività che i consueti voli di
             ricognizione e di caccia; di bombardamenti non si può parlare, notandosi in tutto
             questo periodo appena il lancio di alcune bombe su obiettivi secondari; le grandi
             offensive aeree, i bombardamenti notturni di città aperte, malgrado le condizioni
             atmosferiche favorevolissime, mancano completamente”.
                Erano  quindi  ancora  più  credibili  le  dichiarazioni  di  alcuni  prigionieri  in
             merito alla scarsa efficienza dei reparti aerei provenienti dal fronte russo, ad
             una generalizzata indisponibilità di motori, alla mancanza di personale tecnico
             ed allo scarso addestramento dei piloti delle ultime leve, causa non ultima di un
             tasso di perdite molto elevato. In questa situazione erano accolte con un certo
             scetticismo  le notizie  relative  ai programmi  di potenziamento  dell’aviazione
             da caccia  e di quella  da bombardamento.  Se infatti  nel febbraio  le circa  40
             compagnie di aviazione potevano contare su 250 velivoli di tutti i tipi, a metà
             aprile questo numero era raddoppiato ma le macchine effettivamente impiegabili
             erano calcolate in non più di 300.
                L’industria aeronautica della Duplice Monarchia non era in grado di far fronte
             alle richieste e le forniture dalla Germania non potevano coprire la differenza.
             La  previsione  di attivare  ogni mese una nuova  Flik  da caccia  non si stava
             concretizzando, ed allo stesso modo procedeva molto lentamente la costruzione
             di una componente  da bombardamento  per la  quale  Berlino  avrebbe  dovuto
             fornire velivoli ed istruttori. Per gli stessi motivi sembrava irrealizzabile anche
             il potenziamento dell’organico delle Flik J da caccia e delle Flik A (Aufklarung)
             da ricognizione già esistenti che avrebbe dovuto portare la forza delle prime ad
             una quindicina di macchine e quella delle seconde ad almeno una dozzina. Tutto
             ciò premesso, alla data del 1° giugno 1918 l’Ufficio Informazioni dell’8ª Armata
             riteneva presenti sul fronte italiano 58 compagnie di aviazione, della quali 39
             da ricognizione, 12 da caccia, 2 da bombardamento e 5 di tipo non identificato.
                Dopo il  fallimento  dell’offensiva  austro-ungarica  di  giugno,  nella  quale
             l’aviazione dell’esercito della Duplice Monarchia produsse il suo massimo sforzo
             senza peraltro riuscire a guadagnare l’auspicato livello di superiorità aerea, il
             Comando Superiore di Aeronautica attese quasi due mesi prima di diramare un
             nuovo bollettino informativo. Nell’agosto 1918 gli organi informativi italiani
             davano per certa la presenza sul fronte italiano delle 49 compagnie di aviazione
             già riportate nel Bollettino N° 7 e ne segnalavano altre 16 arrivate tra giugno e
             luglio. Tra queste figuravano le tre unità da bombardamento contraddistinte dai
             numerali 103, 104, 105 dislocate la prima ad Aviano, insieme alla 102, le altre
             alla Comina, insieme alla 101. Se si considera che, secondo alcune fonti del
   132   133   134   135   136   137   138   139   140   141   142