Page 206 - Il 1916 Evoluzione geopolitica, tattica e tecnica di un conflitto sempre più esteso - Atti 6-7 dicembre 2016
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             che il servizio segreto austro-ungarico era stato ridotto ai minimi termini per lo
             scandalo del colonnello Redl scoperto nel 1912-1913 tuttavia, nel giro di poco
             tempo, quel servizio era riuscito a ricostruire una salda rete informativa che solo
                                                                         45
             attraverso l’operazione Zurigo fu possibile ridurre ai minimi termini .
                La questione che investiva la Marina (ma non solo) e l’attività di controspio-
             naggio era complessa e suscitava grande attenzione.
                Fatto sta che un più robusto intervento dell’Arma e la già citata operazione
             Zurigo portarono ad una forte accelerazione di smantellamento della rete spioni-
             stica austro-ungarica, a tal punto che Ferdinando Martini annotava nel suo Diario
             il 7 aprile 1917 che erano stati arrestate 40 persone a Roma e in altre città proprio
                                                                    46
             a seguito di un miglioramento dell’attività contro informativa .
                In tempi più recenti, inoltre, uno studio locale ha permesso di mettere in risal-
             to il ruolo dell’Arma territoriale calabrese nella ricerca e cattura di informatori
             nemici e di punti d’appoggio per il supporto logistico dei sommergibili austro-
             ungarici . Tra i vari episodi, si possono citare gli arresti eseguiti a Briatico (ora
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             provincia di Vibo Valentia) i primi di maggio 1918 di due persone facoltose che
             avrebbero custodito ingenti quantitativi di carburante (insieme a 2 bandiere ne-
             miche e materiale “compromettente”) allo scopo di poter rifornire sommergibili
             nemici. Oltre all’arresto dei 2 personaggi sarebbero stati catturati 3 disertori.
             Inoltre, nelle indagini relative all’affondamento del ferry boat “Scilla” il 28 ago-
             sto 1917 nello Stretto di Messina per aver urtato una mina navale, sembrerebbe,
             dall’interrogatorio di un minore imbarcato su un battello da pesca, che i suoi
             familiari fossero implicati in un’azione di sabotaggio supportando un sommer-
             gibile nemico che si sarebbe poi dileguato dopo l’affondamento del traghetto.
             A bordo del peschereccio avrebbe preso posto “Nascosto sotto la prora […] un
             uomo di grossa corporatura, di età matura, con pizzo bianco e baffi all’insù pure


                30-37. Si veda anche Marco Gemignani, Zurigo 1916: un colpo risolutivo. Il Servizio Segreto
                della Regia Marina in azione in “Bollettino d’Archivio dell’Ufficio Storico della Marina Mili-
                tare”, a. II (1989), n. 3, pp. 153-170, Giuliano Colliva, Zurigo, 26-27 febbraio 1917: la Marina
                italiana e l’operazione Mayer in “Bollettino cit.”, a. XXIII (2010), n. 4, pp. 13-66, Claudio
                Rizza, I documenti ritrovati- Sulle tracce delle carte sottratte dal servizio segreto della Regia
                Marina con l’Operazione Zurigo in “Rivista Marittima”, giugno 2014, pp. 104-116.
             45  L’episodio è raccontato in Eugenio De Rossi, La vita di un ufficiale italiano sino alla guerra,
                Mondadori, Milano 1927, pp. 188-189.
             46  Citato in Alessandro Massignani, Regi [sic!] Carabinieri: Counterintelligence in the Great
                War, in “The Journal of Intelligence History”, vol. 1, n.2 (winter 2001), pp. 128-144 e, in
                particolare, p. 140.
             47  Agazio Trombetta, Percorsi di ricerca nella grande guerra. Il fronte marittimo meridionale
                d’Italia, Falzea Editore, Reggio Calabria, 2015. Si pensi inoltre alla curiosa vicenda del som-
                mergibile tedesco UC12 descritta da Claudio Rizza, Sotto tre bandiere – La singolare storia
                del sommergibile posamine tedesco UC12, aggregato alla Marina austro-ungarica e divenuto
                poi l’italiano X.1, in Storia Militare n. 243, dicembre 2013, pp. 45-53.
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