Page 207 - Il 1916 Evoluzione geopolitica, tattica e tecnica di un conflitto sempre più esteso - Atti 6-7 dicembre 2016
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II SeSSIone - I ServIzI dI InformazIone, alcune proSpettIve         207



             bianchi” che aiutò lo zio [del minore] a buttare in mare 2 delle 3 mine “Dopo tale
             operazione ci dirigemmo verso il largo dove fummo accostati dal sottomarino
             che emerse e sul quale salì il predetto “uomo” che era con noi, seguito da mio zio
             il quale entrò pure nella torretta, ritornando poco dopo sulla barca. Dopo di che
             vidi sommergere la torretta e rimanere emerso il periscopio”.
                Ecco dunque come, a prescindere dalla fondatezza delle dichiarazioni rice-
             vute o delle informazioni acquisite, il problema era particolarmente complesso
             e sentito non solo dall’Arma, che pure sul territorio cercava di sviluppare le
             proprie tradizionali attività investigative, ma anche da tutto il complesso militare
             che cercava di garantire il controllo delle coste e delle ferrovie contrastando la
             minaccia avversaria.
                È probabile dunque che per restare in tema di contrasto della minaccia prove-
             niente dal mare, nel corso della riorganizzazione della Regia Marina in periodo
             post-bellico si fosse arrivati ad inserire i Carabinieri nell’Ufficio Statistica tenen-
             do in debito conto il bagaglio di esperienze che ne facevano dei professionisti del
             “counter-intelligence”, come alcune brillanti operazioni del SIM dimostrarono
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             poi negli anni successivi .
             Conclusioni
                Sembrerebbe dunque che l’Arma abbia svolto graniticamente il suo ruolo
             secondo i canoni classici dell’iconografia post-bellica. In realtà, si trattava di
             un impegno oneroso, davvero significativo che incideva anche sull’essere uma-
             no. Così, a solo titolo di esempio, in una statistica su suicidi e tentati suicidi
             del primo semestre 1917 su 61 casi certificati, 17 sono indicati quali ufficiali
             dell’Esercito (da aspirante a generale) e ben 4 sono Carabinieri. Si tratta di dati
             insufficienti per presentare un qualche valore statistico, ma sembra significativo
             che, accanto a 17 ufficiali dell’Esercito, ci fossero ben 4 Carabinieri; senza alcun
             carattere di completezza si crede opportuno ragionare su quest’ultimo numero
             (approssimativamente il 6,5%) perché lascia aperte nuove riflessioni su quanto il
             servizio potesse apparire gravoso .
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                Da ultimo appare opportuno dare una visione rapida d’Oltralpe. Infatti, va
             sottolineato che l’impegno dell’Arma come polizia militare,  in realtà in prima
             linea con i soldati a difendere le posizioni o a mantenerle sotto la pressione del

             48  Vincenzo Pezzolet, Storia dei rapporti tra Marina e Carabinieri, in “1913-2013 – Centenario
                dell’Ufficio Storico della Marina Militare”, supplemento a “Bollettino d’archivio dell’Ufficio
                Storico della Marina Militare”, a. XXV (2013), n. 4, pp. 172-173 e anche Mimmo Franzinelli,
                Guerra di spie – I servizi segreti fascisti nazisti e alleati. 1939-1943, Milano, Mondadori,
                2006, con particolare il primo capitolo, Il Servizio Informazioni Militare al lavoro.
             49  Giovanna Procacci, Alcune recenti pubblicazioni in Francia sulla “cultura di guerra” e sulla
                percezione della morte nel primo conflitto mondiale, in Nicola Labanca – Giorgio Rochat, Il
                soldato, la guerra e il rischio di morire, Milano, Edizioni Unicopli, 2006, p. 123.
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