Page 202 - Il 1916 Evoluzione geopolitica, tattica e tecnica di un conflitto sempre più esteso - Atti 6-7 dicembre 2016
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202           il 1916. EvoluzionE gEopolitica, tattica E tEcnica di un conflitto sEmprE più EstEso



             missione di reati particolarmente gravi.
                Dunque attività complesse e non semplici.
                A tale proposito appare interessante riportare brevemente alcuni elementi re-
             lativi all’attività dell’Arma nel territorio piacentino; proprio in relazione al con-
             tenimento del fenomeno della diserzione, della renitenza e a quello meno grave
             dell’allontanamento illecito, si deve segnalare una complessa attività relativa ad
             un rastrellamento condotto dai Carabinieri con il concorso di reparti dell’Eser-
             cito, tra il 18 marzo e il 1° aprile 1919 . L’area interessata era denominata 3°
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             settore della provincia di Piacenza e ricadeva nel territorio della Tenenza del
             capoluogo. Il servizio fu coordinato dal comandante della divisione Carabinieri,
             il tenente colonnello Giuseppe Bruzzi, coadiuvato dal Capitano Carlo Mazzone,
             dal tenente (della Milizia Territoriale) Clemente Saffirio e dal Sottotenente Enea
             Putzolu con l’impiego di 90 militari dell’Arma e 60 soldati.
                Il servizio fu particolarmente impegnativo poiché si svolse in una vasta zona
             montana dove, come ricorda lo stesso colonnello Bruzzi, la stagione incostante
             rese ancora più faticoso a causa di “abbondanti nevicate, e più difficile del pas-
             sato, sia pel congedamento di classi per lo ché si dovette procedere al fermo e
             controllo di ben 5500 individui, sia perché la popolazione che prima prestava
             valido aiuto all’Arma, in generale vede ora detto servizio mal volentieri, non
             comprendendolo e che per la fine vittoriosa della guerra, lo ritiene una fiscalità
             intravedendo prossima, per tali reati, una nuova amnistia, sia infine perché il
             servizio stesso doveva effettuarsi nella valle del Tidone popolata in gran parte da
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             elementi anarchici e sovversivi” .
                I risultati conseguiti grazie al particolare tatto di tutti i militari (Carabinieri e
             soldati compresi) furono di tutto rispetto. Fu possibile procedere: all’arresto di
             20 disertori tra i quali il soldato Luigi Pecori colpito anche da mandato di cattu-
             ra datato 8 gennaio 1918 per mancato omicidio; alla costituzione di 6 disertori
             con la denuncia di una persona per favoreggiamento; al fermo di 13 militari che
             si erano allontanati arbitrariamente dai rispettivi corpi, nonché alla cattura di
             3 prigionieri di guerra austro-ungarici che si erano allontanati 2 dal reparto di
             Gossolengo (PC) e il 3° dalla centuria per la lavorazione della legna distaccata
             in località Farini d’Olmo in Groppallo. Contestualmente furono tratti in arresto
             anche 3 cittadini della zona di cui uno per possesso ingiustificato di effetti mili-
             tari, un secondo per il porto di coltello di genere proibito e l’ultimo per oltraggio
             all’Arma.
                È interessante segnalare, in tale contesto, come le attività di questo tipo non


             33  Archivio Storico del Museo Storico dell’Arma dei Carabinieri (d’ora in poi ASMSCC), busta
                323, fascicolo della Legione Territoriale Carabinieri Reali di Genova – Ufficio 3  divisione, n.
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                761 di prot. del 1918 recante “Rastrellamento disertori nel 3° settore di Piacenza”.
             34  Ivi, lettera n. 405/31-1918 datata 3 aprile 1919 della Divisione CCRR di Piacenza.
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