Page 22 - Il 1916 Evoluzione geopolitica, tattica e tecnica di un conflitto sempre più esteso - Atti 6-7 dicembre 2016
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22            il 1916. EvoluzionE gEopolitica, tattica E tEcnica di un conflitto sEmprE più EstEso



             trimenti mi mandino via, ma non tollero che un ministro incompetente venga a
             controllare l’opera mia e a lavorare nascostamente contro di me», fu la sua frase
             che il Tenente Duca Tommaso Gallarati Scotti, suo ufficiale d’ordinanza e stret-
                                                                          10
             to collaboratore, riferirà alla Commissione d’inchiesta su Caporetto . Cadorna
             aveva una scarsa considerazione per Boselli. Così scriverà a Gallarati Scotti il
             19 luglio 1918: «Seppi che Boselli è stato interrogato dalla Commissione d’in-
             chiesta. Chissà quali bugiarderie avrà detto! Su questo terreno nessuno può fargli
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             concorrenza» . Boselli esercitò una debole guida politica: da un lato lasciò mano
             libera al Comandante supremo, che era assai popolare e godeva di un rispetto
             che nessun altro Generale aveva, dall’altro lasciò del tutto cadere i suoi moniti
             sulla diffusione del disfattismo, del quale Cadorna riteneva responsabile l’iner-
             zia del ministro dell’Interno Vittorio Emanuele Orlando, da lui più volte definito
             «un cadavere», espressione usata anche da Bissolati. Boselli cadrà il 30 ottobre
             1917, dopo Caporetto, sostituito proprio da Orlando, che a sua volta rimpiazzò
             Cadorna con Armando Diaz.


                Dal 6al 17agosto, la sesta battaglia dell’Isonzo portò alla conquista di Gorizia.
             La presa della città aveva un forte valore simbolico, ma fu pagata a caro prezzo.
             Cercando di continuare l’avanzata verso Trieste e Lubiana, gli italiani lanciarono
             assalti frontali contro le meglio equipaggiate truppe austriache, subendo enormi
             perdite: 21.000 caduti e 30.000 feriti a fronte di 8.000 morti e 41.835 feriti del
             nemico. Le successive tre battaglie sull’Isonzo, miranti ad espandere la testa di
             ponte di Gorizia, furono brevi e sanguinose, ottennero limitato successo, ma,
             come sempre costarono più perdite agli attaccanti, 75.000 tra morti e feriti, che
             ai difensori, 63.000. Si udì la canzone anarchica e antimilitarista “O Gorizia tu
             sei maledetta”, segno della diffusione di sentimenti e propaganda disfattista: una
             delle cause della sconfitta di Caporetto, un anno dopo, quando anche Gorizia fu
             persa.
                La Regia Marina affrontò nell’Adriatico la flotta imperiale, favorita dalla di-
             versissima conformazione delle due coste, l’occidentale italiana costituita per lo
             più da spiagge indifese, l’orientale Austro-ungarica, coincidente in gran parte
             con la Dalmazia, era poco accessibile e comprendeva un gran numero di baie,
             isole e canali. Il blocco del canale d’Otranto impedì alla flotta di superficie Au-
             stro-ungarica di proiettarsi nel Mediterraneo minacciando le operazioni dell’In-
             tesa, ma fu inefficace contro i sommergibili basati a Cattaro.
                Non vi furono grandi battaglie navali in Adriatico. La maggiore operazione
             della Regia Marina, il Comandante in capo della Flotta essendo Luigi Amedeo


             10  Ufficio Storico dello Stato Maggiore Esercito, Fondo H 4 Commissione d’inchiesta Caporetto,
                fasc. 430, 448. Deposizione del tenente Tommaso Gallarati-Scotti 586. Seduta antimeridiana
                del 9 settembre 1918, cc. 61 1918 sett. 9-ottobre 29.
             11  Archivio Tommaso Gallarati Scotti, Biblioteca Ambrosiana, Milano, serie terza, cart. 3.
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