Page 19 - Il 1916 Evoluzione geopolitica, tattica e tecnica di un conflitto sempre più esteso - Atti 6-7 dicembre 2016
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IntroduzIone e apertura deI lavorI                                   19



             ro Ottomano entrato in guerra nell’ottobre 1914 a fianco degli Imperi Centrali.
             Da questo punto di vista, l’entrata in guerra dell’Italia a fianco dell’Intesa fu
             l’avvenimento più rilevante del 1915, seguito in ottobre da quello della Bulgaria,
             nel campo opposto.
                Alla fine del 1915, i comandanti del fronte occidentale, il francese Joseph Jof-
             fre e il britannico Sir Douglas Haig da una parte e il tedesco Erich von Falkenhayn
             dall’altra, concordarono in parallelo di esercitare su di esso il massimo sforzo. I
             tedeschi prepararono l’offensiva contro Verdun, che iniziò il 21 febbraio 1916,
             durò fino a dicembre e costituì l’operazione più sanguinosa della Grande Guerra
             senza portare ad alcun risultato. Ai britannici toccò l’offensiva della Somme, ini-
             ziata il 24 giugno; nella sola prima settimana furono sparati 1.508.652 proiettili
             di artiglieria, più che nell’intero primo anno di guerra. I risultati furono incon-
             cludenti. The dog-fall, il pareggio, è il titolo del capitolo di Liddell Hart relativo
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             al 1916 . Come scrive David Stevenson, le centinaia di migliaia di morti e feriti
             impedivano «in pratica un ritorno negoziato allo status quo, poiché ciò avrebbe
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             implicato che tutte quelle morti erano state inutili» .
                La guerra marittima vide dal 31 maggio al 1° giugno 1916 nel Mare del nord,
             vicino alla penisola danese dello Jutland, la più grande battaglia navale della
             Grande Guerra e l’unico scontro su larga scala di corazzate. La Grand Fleet della
             Royal Navy britannica, comandata dall’Ammiraglio  Sir John Jellicoe, affrontò
             la Flotta Imperiale Tedesca dell’Ammiraglio Reinhard Scheer. Gli storici hanno
             a lungo dibattuto sull’esito della battaglia. Sul piano tattico prevalse la flotta
             tedesca, ma sul piano strategico la superiorità della Royal Navy non fu intacca-
             ta e la Hochseeflotte non osò più affrontarla al completo. La Germania ricorse
             soprattutto alla guerra sottomarina. L’Ammiraglio Alfred von Tirpitz, creatore
             della Marina imperiale tedesca, in un suo rapporto al Kaiser Guglielmo II del 24
             ottobre 1910 aveva profeticamente osservato: «Se la flotta inglese fosse perma-
             nentemente e fondamentalmente fatta e mantenuta così forte da poter attaccare
             impunemente la Germania, allora lo sviluppo navale tedesco, da un punto di
             vista storico, sarebbe un errore e la politica della flotta di V. M. avrebbe costruito
             un fiasco colossale» . La rivalità navale anglo-tedesca era stata appunto una delle
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             gravi tensioni che costituirono le cause profonde della Grande Guerra.
                Anche nel 1916 nuovi Stati entrarono in guerra. Se la Grecia rimase per il
             momento fuori dal conflitto, lacerata dalla divisione tra il germanofilo Re Co-
             stantino I, cognato del Kaiser Guglielmo II, Portogallo e Romania si schierarono
             con l’Intesa. Al primo fu la Germania a dichiarare guerra il 9 marzo, dopo il
             sequestro, dietro pressioni inglesi, di trentasei navi mercantili tedesche bloccate


             5  Op. cit., cap. VI.
             6  D. Stevenson, La Grande guerra. Una storia globale, Milano 2014, vol. I, p. 185.
             7  Cit. in L. Albertini, Le origini della guerra del 1914, Gorizia 2010, vol. I, p. 407.
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