Page 14 - Il 1916 Evoluzione geopolitica, tattica e tecnica di un conflitto sempre più esteso - Atti 6-7 dicembre 2016
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14 il 1916. EvoluzionE gEopolitica, tattica E tEcnica di un conflitto sEmprE più EstEso
sostenere i primi due anni di conflitto con milioni di persone che si presentarono
volontarie per andare al fronte e non ci fu bisogno di introdurre la leva.
La Somme fu l’ultima battaglia a essere combattuta da volontari ed ebbe una
preparazione di artiglieria incredibile con 24 ore di fuoco continuo e milioni di
granate sparate. Durante il primo giorno, nel luglio del ’16, l’esercito britannico
visse la giornata più sanguinosa della sua storia, perdendo in una mattina
sessantamila uomini (ventimila morti e quarantamila feriti). In una sola giornata,
in uno spazio ristretto su una profondità di seicento-settecento metri, se ne
andarono sessantamila persone, e sessantamila persone sono una città!
Questi numeri danno la misura delle dimensioni. Nonostante queste immani
perdite il Generale Haig non venne mai messo in discussione dalla Gran
Bretagna per le sue qualità o per la sua competenza e questo ci consente di capire
l’attitudine del tempo.
Questa battaglia, tuttavia, cambiò indiscutibilmente la storia militare e
soprattutto diede la consapevolezza che quel conflitto non sarebbe stato limitato
e che non si sarebbe più potuto risolvere soltanto ai tavoli negoziali. Si comprese
che da quello sforzo, che coinvolgeva ormai tutti i paesi, non si sarebbe più usciti
in un modo normale; non era più, in sintesi, una questione da gestire in modo
convenzionale.
In questa fase, per quanto riguarda il nostro Paese, si ebbe il passaggio alla
fase di ristrutturazione delle Forze Armate, in particolare dell’Esercito, in vista
di una lunghissima durata del conflitto. Ci furono, quindi, cambiamenti dei corsi
ufficiali, cambiamenti delle modalità di reclutamento, anche alla luce di perdite
decisamente superiori rispetto a quelle prevedibili. Nel tempo le regioni italiane
vennero man mano mobilitate per sostenere lo sforzo dell’esercito passando
quindi sotto controllo militare e non più affidate ai prefetti.
Si trattò di dimensioni irripetibili. Le stesse battaglie navali combattute
durante la Prima Guerra Mondiale, che peraltro furono pochissime, ebbero
dimensioni senza precedenti: Nel corso dell’intera guerra furono schierate 40
corazzate e un numero di navi talmente elevato da non essere assolutamente
paragonabile col le flotte attuali. Si trattò di sforzi veramente eccezionali.
Era il mondo completo che si era mobilitato cercando di individuare i modi
migliori per sconfiggere l’avversario, in una guerra del tutto assurda, combattuta
tra popoli fondamentalmente legati dalla stessa cultura, dalla stessa religione,
risultato finale di duemila anni di guerre.
Io sono convinto che tutti questi argomenti debbano essere conosciuti e
debbano essere approfonditi al meglio anche attraverso l’esame dei contributi
forniti dai Comandi dei diversi settori di operazione.
Esistono, tra l’altro, in quel periodo esempi di operazioni interforze che
andrebbero studiate. Lo sgombero dell’esercito serbo verso l’Italia, che comportò
l’impiego coordinato della Marina e dell’Esercito, schierati in Albania per la

