Page 247 - Il 1916 Evoluzione geopolitica, tattica e tecnica di un conflitto sempre più esteso - Atti 6-7 dicembre 2016
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III SeSSIone - L’evoLuzIone tecnIco-mILItare deLLa guerra 247
necessari per effettuare i lavori a volte molto tecnici, soprattutto gli zappatori,
gli ingegneri e gli operai. Tutti gli uomini che stazionavano in questo settore
dovevano muovere la terra, sia che appartenessero alla fanteria o alla cavalleria.
Ciò si rivelò particolarmente difficile per la fanteria presente in questa linea,
in quanto, se non impegnata in estenuanti combattimenti, doveva occuparsi di
costruire e mantenere le trincee . La costruzione delle trincee variava a seconda
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delle diverse esperienze e valutazioni all’interno dell’esercito. Alcune trincee
avevano una copertura per difendersi dal fuoco dell’artiglieria nemica, mentre
altre avevano soltanto una leggera protezione o erano del tutto aperte. Le trincee
con copertura erano molto apprezzate dalle truppe in quanto fornivano prote-
zione non soltanto dal fuoco nemico, ma anche dagli elementi della natura. Dal
punto di vista tattico questo tipo di trincea aveva lo svantaggio di limitare il
raggio del fuoco amico rendendo quindi più facile per il nemico la sua conquista.
Inizialmente, fu adottata una soluzione di compromesso consistente nell’utilizzo
di una copertura a prova di schegge che poteva essere facilmente rimossa per il
combattimento corpo a corpo; la regola fondamentale restava quindi ‘efficacia
piuttosto che protezione’.
Le istruzioni standard per la costruzione delle posizioni di artiglieria in tutti
i teatri di guerra, da una buca ad una trincea a prova di granata e alle caverne
furono finalmente pubblicate nell’autunno del 1915 nel manuale “Anhaltspunkte
für die Anlage von Kampfstellungen” (Guida alla costruzione delle posizioni di
battaglia). Le trincee dovevano essere costruite consentendo il più ampio raggio
di fuoco e garantendo la protezioni sui fianchi. Le mitragliatrici erano quindi
posizionate all’interno delle cosiddette ‘trincee di infilata’, trincee che si esten-
devano in avanti, in modo tale da consentire alle mitragliatrici di aprire un fuoco
parallelo rispetto alla trincea principale . Davanti alla trincea veniva poi eretto
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un campo ostacoli ad una distanza variabile da 50 a 80 passi per rendere più dif-
ficile l’avvicinamento alla posizione. Queste zone potevano avere una profondità
fino ad 80 metri, a seconda dei materiali e del tempo a disposizione e veniva-
no ricoperte di filo spinato, fili per la detonazione di esplosivi, trappole e rami
come anche di trappole esplosive improvvisate utilizzando granate a mano .
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Non esistono regolamenti o manuali sulle tattiche o sul tipo di combattimento
che sono alla base di questo Sistema lineare. In sostanza si trattò di trasformare
i metodi derivati dall’esperienza in procedure standard. Dopo l’apertura del fuo-
co di sbarramento ad opera dell’artiglieria, che poteva durare ore o addirittura
giorni, il nemico sferrava, di solito con successo, un attacco contro la prima linea
40 Pitreich, August von, Die Entwicklung unseres Kampfverfahrens vom Kriegsbeginn bis zur
Gegenwart. In: Militärwissenschaftliche Mitteilungen 1935, issues 1-10, Wien 1935, p. 508.
41 Anhaltspunkte für die Anlage von Kampfstellungen, Wien 1915, P. 3.
42 Ibidem. p. 8.

