Page 245 - Il 1916 Evoluzione geopolitica, tattica e tecnica di un conflitto sempre più esteso - Atti 6-7 dicembre 2016
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III SeSSIone - L’evoLuzIone tecnIco-mILItare deLLa guerra           245


             valori minimi, gli ufficiali erano non soltanto più giovani ma anche più flessibili.
                La ‘tattica lineare’ che era già comparsa nella primavera del 1915, ma fu
             ufficialmente introdotta nei regolamenti soltanto nell’autunno del 1915, rendeva
             necessaria una completa riorganizzazione dei metodi di combattimento, riorga-
             nizzazione che, a sua volta, esigeva l’adattamento degli ufficiali e della trup-
             pa. Lo scopo della tattica lineare era lo stesso che veniva illustrato nel vecchio
             manuale, vale a dire mantenere ad ogni costo ogni singola porzione di terreno
             conquistato con fatica. La fanteria, intrappolata dal fuoco nemico, doveva sca-
             vare sul posto e costruire buche per difendersi dalle granate. Una seconda linea
             doveva essere eretta un centinaio di passi dietro la prima linea, ed una terza
             linea un centinaio di passi ancora più indietro. Queste tre linee (tutte realizza-
             te con lo stesso schema costruttivo) costituivano la prima posizione. Le linee
             erano collegate da trincee di comunicazione e le buche dovevano comprendere
             acquartieramenti per i soldati che occupavano la trincea . Sebbene le tre linee
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             fossero più facilmente difendibili e la profondità della fortificazione consentisse
             di sfruttare al meglio il terreno, le esperienze maturate durante l’inverno nei
             Carpazi e la campagna dell’autunno del 1914 avevano dimostrato che, anche
             con questo tipo di profondità, non era possibile resistere ad un attacco concer-
             tato quando le forze erano posizionate troppo vicine le une alle altre. Quindi,
             a novembre del 1915, il Comando Supremo dell’Esercito chiese alle armate di
             posizionare la seconda e la terza posizione a 2-3 km di distanza in modo tale da
             poter bloccare qualsiasi penetrazione della prima linea. Questo schieramento di
             uomini, che era già ben consolidato sul fronte occidentale tedesco (le distanze
             infatti erano calcolate in base alla gittata dei fucili inglesi e francesi), presentava
             molti vantaggi per l’esercito austro-ungarico. L’artiglieria nemica non poteva
             bombardare due posizioni contemporaneamente e soltanto fucili con gittata mol-
             to lunga potevano raggiugere la seconda posizione. Le batterie difensive ammas-
             sate alla spalle della seconda posizione potevano coprire entrambe le posizioni
             con uno sbarramento e senza doversi muovere. Per sferrare un attacco efficace,
             il nemico avrebbe dovuto penetrare dunque per almeno 4-6 km (seconda e terza
             posizione). Ciò avrebbe significato non soltanto dover superare circa 350 passi
             di sistema di trincee rinforzate con qualsiasi tipo di ostacolo, ma anche dover
             avere la meglio sui punti di rinforzo creati fra le trincee principali per assicurare
             una difesa efficace .
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                Sebbene l’obiettivo primario fosse di espandere la prima posizione, che do-
             veva essere in grado di respingere un attacco, non bastavano mai gli specialisti



             38  Pitreich, August von, Die Entwicklung unseres Kampfverfahrens vom Kriegsbeginn bis zur
                Gegenwart. In:  Militärwissenschaftliche Mitteilungen 1935, issues 1-10, Wien 1935, p. 505
             39  Österreich-Ungarns letzter Krieg, hg. Bundesministerium für Heerwesen und Kriegsarchiv, 7
                Text- und 7 Kartenbände, Register, Wien 1930-1938, Bd. 4, p. 134 f
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