Page 310 - Il 1916 Evoluzione geopolitica, tattica e tecnica di un conflitto sempre più esteso - Atti 6-7 dicembre 2016
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310           il 1916. EvoluzionE gEopolitica, tattica E tEcnica di un conflitto sEmprE più EstEso



             dell’Altissimo, bastione di destra della Val Longarina, che occorreva superare
             per puntare su Trento.


             I battaglioni mobilitati nella Stafexpedition
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                Il I (alpino) , il V, il VII, il IX, il XVII ed il XVIII nel primo anno di guerra
             combatterono  sugli altipiani  inquadrati  nella  1ª armata.   Nella primavera  del
             1916 parteciparono alle  epiche  battaglie  scatenate  dagli  austriaci  nell’ambito
             della strafe-expedition.
                In particolare, il XVII, durante un massiccio attacco nemico riuscì ad arrestare
             nel suo settore la furia dell’avversario, non solo, ma a Malga Sotteli a costrinse
             alla resa un reparto nemico che aveva cercato di sorprendere una nostra batteria.
                Il VII battaglione, inquadrato con i battaglioni alpini Feltre e Val Cismon
             in un gruppo misto, si distinse per tenacia e coraggio nel resistere, dal 15 al
             18 maggio, all’irrompente offensiva austriaca nel settore di Monte Collo. La
             resistenza dei finanzieri fu efficace, e nella successiva ritirata il reparto costituì
             la retroguardia, incaricata della distruzione delle installazioni militari e dei ponti.
                Un altro gruppo misto si era costituito in Val d’Astico con i battaglioni V e
             IX, con il sopraggiunto XVII e con un battaglione alpino, ed il 15 maggio 1916
             fu investito in pieno dall’offensiva austriaca, che lo costrinse al ripiegamento nel
             fondovalle in corrispondenza di Valpegara.
                Anche qui, trovandosi su una delle principali direttrici nemiche, la resistenza
             divenne  insostenibile,  per cui il comandante   del  gruppo misto, il tenente
             colonnello Caio degli alpini, ordinò la ritirata, che fu condotta condotta con ordine
             dal 19 a 25 maggio unitamente alle truppe della brigata Ivrea fino all’altezza di
             forte Ratti, una batteria corazzata che all’inizio della guerra era stata disarmata
             perché,  per  l’avanzata  iniziale  degli  italiani,  era  venuta  a  trovarsi  a  notevole
             distanza dalla prima linea.
                Il 25 giugno, nel settore contermine, gli austroungarici travolsero le difese
             italiane e dilagarono sull’altopiano di Tonezza, ad ovest della Val d’Astico ove
             resistevano  ancora  i  battaglioni  della  Guardia  di  finanza,  raggiungendo  ben
             presto la vetta del Monte Cimone di Arsiero, che si trovava nettamente alle spalle
             delle truppe che si difendevano sul fondo della Val d’Astico.
                In particolare il V ed il XVII battaglione si trovarono sorpassati ai lati dalle
             truppe austriache avanzate, perché non avevano ricevuto l’ordine di ritirata che
             era  invece  stato  trasmesso  alle  truppe  italiane  contermini,  che  avevano  così
             lasciato in grave pericolo di accerchiamento le Fiamme Gialle.
                Il comandante del gruppo ordinò allora  il ripiegamento a scaglioni, sotto
             la protezione del battaglione  alpini Mercatour, che doveva sostituire il IX


             5  L. Malatesta, L’azione del I battaglione R.G. di F. durante il primo anno di guerra, in  Rivista
                della Guardia di finanza, anno 2012, n.6, pag. 864 e seg..
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