Page 309 - Il 1916 Evoluzione geopolitica, tattica e tecnica di un conflitto sempre più esteso - Atti 6-7 dicembre 2016
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III SeSSIone - L’evoLuzIone tecnIco-mILItare deLLa guerra           309



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             fucileria .
                Ancor prima, nel pomeriggio del 23, la motobarca che portava la comunicazione
             dello stato di guerra al distaccamento della foce dell’Aussa fu fatta a segno a
             spari dalla dogana austriaca, ai quali il comandante dell’imbarcazione rispose
             coraggiosamente.  L’episodio  di  Brazzano  assunse  da  subito  un  significato
             simbolico superiore alla sua rilevanza militare e passò alla storia come il “primo
             colpo di fucile della grande guerra”.
                I “distaccamenti speciali” furono i primi ad entrare in azione, alla testa dei
             reparti dell’Esercito che avanzavano nel territorio lasciato libero dall’Esercito
             asburgico che si stava ritirando sulle posizioni retrostanti robustamente fortificate.
                Allenati alla vita di montagna e perfetti conoscitori del terreno i finanzieri
             parteciparono con gli alpini del battaglione Edolo a numerose azioni di pattuglia
             e colpi di mano in territorio nemico, mentre i colleghi della brigata di Edolo
             effettuarono ardite puntate fin oltre le linee austriache. In Val Calamento, oltre
             il  confine  austriaco,  cadde  eroicamente  il  maresciallo  Gaetano  Pizzighella,
             comandante  della  brigata  di Enego.  Il distaccamento,  istituito  in alta  Val
             Cordevole, occupò nei primi giorni di guerra il passo Ombrettola, nel gruppo
             della Marmolada, ove continuò ad operare per oltre un anno, divenendo un reparto
             specialistico di alta montagna, al comando dell’Aiutante di Battaglia Armando
             Amici, che divenne poi il militare con il maggior numero di decorazioni del
             Corpo.
                Piccoli  episodi, indubbiamente,  ma  i cui  modesti  protagonisti,  “vedette
             insonni del confine”, come ricorda l’epigrafe eretta sul ponte di Brazzano, sia
             sulle frontiere terrestri, sia sul mare,  iniziarono di fatto le ostilità tra l’Italia e
             l’Impero asburgico.
                Il battesimo del fuoco toccò ben presto anche ai battaglioni mobilitati. Il primo
             fu il XVII, costituito a Roma per operare a protezione delle coste ed impiegato
             invece da subito in Val Lagarina per partecipare  in avanguardia delle truppe
             comandate dal generale Cantore alla presa di Ala (27 maggio 1915). Alla fine di
             giugno il battaglione passerà in Val Sugana.
                I battaglioni cosiddetti “alpini” erano il I, il II, il III ed il XVI.  Di questi il
             III partecipò alle operazioni che portarono alla conquista di Biacesa, in Val di
             Ledro nell’ottobre, alla conquista di Monte Sperone nel successivo gennaio e
             poi partecipò alle sanguinose tappe di quella che si chiamerà la “battaglia per
             Riva”, durante la quale molti furono gli atti di coraggio e le perdite. Per effetto
             del riordinamento dei reparti mobilitati, nell’agosto 1916, il III battaglione fu
             sciolto, ma rimasero sul posto ad attestare il suo valore ed a continuare l’opera
             l’8ª e la 9ª compagnia autonoma.
                Il XVI battaglione combatté per tutta la guerra a Doss Casina, sulle pendici


             4  P.P. Meccariello, Storia della Guardia di finanza, Le Monnier, Firenze, 2003, pag. 117.
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