Page 321 - Il 1916 Evoluzione geopolitica, tattica e tecnica di un conflitto sempre più esteso - Atti 6-7 dicembre 2016
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IV SeSSIone - ASpettI del conflItto Sul fronte Interno              321


             che dalla vicenda della nomina di Oreste Baratieri al ministero della Guerra, ma
             anche durante il governo guidato da un conservatore come il marchese Antonio
             di Rudinì, ben visto da Umberto I, il progetto di riforma Ricotti, che prevedeva
             un ridimensionamento del Regio esercito, fu apertamente osteggiato dalla coro-
             na, tant’è che Cesare Francesco Ricotti fu costretto a ritirarlo .
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                Dunque, la Monarchia si riservò sempre di nominare generali o ammiragli,
             eccettuato il biennio 1907-07 con il ministro ‘politico’ senatore Casana, e, nel
             contempo, difese l’esercito da qualsiasi provvedimento che tentasse di ridimen-
             sionarlo, finanziariamente o strutturalmente. I motivi di tale protezione, ovvia-
             mente, rispondevano anche a logiche di carattere simbolico; infatti, come osser-
             vato da Colombo, è proprio su quel terreno che «il legame a doppia corda tra i
             due oggetti si rivela saldissimo. La corona costruisce i propri miti attraverso le
             forze armate e da esse li vede raffigurati ed echeggiati all’infinito. L’esercito è
             quotidianamente celebrato al vertice dello Stato da un monarca in divisa, educato
             dalla gavetta militare, a proprio agio nei riti soldateschi. I valori che entrambi
             veicolano e rinsaldano sono i medesimi: gerarchia, onore, patriottismo, senso
             dell’obbedienza, rispetto, fedeltà.
                Quegli stessi che dovrebbero formare i sudditi del nuovo regno unitario» . In
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             questo contesto, sinteticamente accennato, al momento dello scoppio della guer-
             ra europea le relazioni che si strutturarono tra mondo politico e militare furono
             di natura triangolare: da un lato il Governo guidato da Antonio Salandra e dai
             ministri che lo componevano e che decise di portare il paese in guerra, dall’altro
             il Comando supremo guidato da Luigi Cadorna e, infine, dal sovrano che, in
             quel difficile frangente, giocò una partita contemporaneamente di natura politica,
             militare e di relazioni internazionali. Questo rapporto già di per se da l’idea del-
             la difficoltà di restituire l’intima complessità della triangolazione, dal momento
             che si sovrappongono questioni di politica interna a quelle di politica estera,
             interagiscono poteri istituzionali, politici e militari, il tutto arricchito dall’umano
             carattere, dalle ruvidezze alle permalosità, dalla gelosa difesa delle proprie com-
             petenze alla rivalità tra i singoli ministri o i singoli militari. In questo coacervo di
             aspetti ci siamo tuffati, certi di non riuscire a dare una risposta esaustiva, ma nel
             tentativo di indicare piste di ricerca o di ricostruire solo una parte dei complessi
             rapporti tra poteri civili e militari nella Grande Guerra.








             8  «6 giugno 1896 – Pare che il Ricotti dovrà ritirare il suo progetto di riforma militare, per
                l’intervento del re», A. GuiccioLi, Diario di un conservatore, Edizioni del Borghese, Milano,
                1973, p. 220. D. Bartoli, La fine della monarchia, Mondadori, Milano, 1966, p. 33.
             9  P. Colombo, Le prerogative militari, cit., p. 203.
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