Page 324 - Il 1916 Evoluzione geopolitica, tattica e tecnica di un conflitto sempre più esteso - Atti 6-7 dicembre 2016
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324           il 1916. EvoluzionE gEopolitica, tattica E tEcnica di un conflitto sEmprE più EstEso


             lari tra Cadorna, Grandi e Salandra circa i preparativi militari e, soprattutto, sul
             carattere da dare alla mobilitazione, generale voluta da Cadorna, parziale auspi-
             cata da Grandi. Un’accelerazione in tali discussioni avvenne dopo la battaglia
             della Marna che aveva provocato il fallimento della blitzkrieg germanica, por-
             tando al proseguimento del conflitto. Malgrado Salandra abbia eccessivamente
             enfatizzato la portata della battaglia della Marna come punto di svolta  che lo
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             avrebbe indotto a scendere in guerra a fianco dell’Intesa, è indubbio che da quel
             momento il quadro politico-militare ebbe una forte accelerazione. Dal punto di
             vista politico, il Governo fu sempre più consapevole che la neutralità, più che un
             punto di arrivo, costituiva un punto di partenza per un eventuale intervento italia-
             no ora che il peso dell’Italia avrebbe potuto spostare gli equilibri continentali. Da
             un punto di vista militare, malgrado le discussioni sull’efficienza dell’esercito
             fossero iniziate prima, proprio da metà settembre maggiori furono gli incontri
             tra il vertice della forza armata e il Governo circa la possibile entrata in guer-
             ra. Un’entrata che, infine, si decise di procrastinare, stante l’approssimarsi della
             stagione invernale e l’impossibilità di armare un esercito di grandi dimensioni:
             occorreva attendere la primavera e, intanto, prepararsi.
                Presa questa decisione, ai vertici politici non restava che iniziare quell’este-
             nuante gioco diplomatico che avrebbe contraddistinto l’azione del Governo e
             del ministro degli Esteri fino al maggio del ’15. Nello scenario così delineato,
             il rimpasto ministeriale del Governo Salandra di novembre, con la nomina di
             Sonnino al ministero degli Esteri, ormai meno filo triplicista del passato, e la
             sostituzione dei due ministri “giolittiani” che maggiormente si erano opposti a
             un rapido riarmo dell’Italia, il ministro della Guerra Grandi e quello del Tesoro
             Rubini, sembrò dare un segno di un più deciso atteggiamento del Governo e della
             corona verso la risoluzione della situazione di neutralità proclamata nell’agosto;
             in tal modo, Gabinetto e sovrano davano ragione al Capo di stato maggiore che,
             anticipando di molto gli eventi, già da fine agosto aveva auspicato l’intervento
             contro l’Austria-Ungheria, predisponendo un memoriale “sulle condizioni da ri-
             chiedere ai governi e stati maggiori delle potenze dell’Intesa per un intervento
             delle forze militari dell’Italia in favore delle potenze stesse” .
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                Da questi accenni, pare chiaro come in questa fase Cadorna già mostrasse una
             chiara visione degli eventi e, soprattutto, cercasse se non di imporre, ma di per-
             suadere il Governo ad accettare tale visione. Il tutto fatto, sin da allora, nei modi
             bruschi e perentori che, un suo estimatore non sospetto come Luigi Albertini,
             avrebbe pochi mesi dopo ampiamente stigmatizzato . Ma al di là dei modi del
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             18  A. Salandra, La neutralità italiana (1914), Mondadori, Milano, 1928, p. 185.
             19  U. D’Andrea, La fine del Regno, Società Editrice Torinese, Torino, 1951, p. 218.
             20  L. Albertini, I giorni di un liberale. Diari 1907-1923, (a cura di) L. Monzali, il Mulino, Bolo-
                gna, 2000, 15 marzo 1916, p. 208.
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