Page 322 - Il 1916 Evoluzione geopolitica, tattica e tecnica di un conflitto sempre più esteso - Atti 6-7 dicembre 2016
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322 il 1916. EvoluzionE gEopolitica, tattica E tEcnica di un conflitto sEmprE più EstEso
La neutralità 1914-1915
Come è noto, alla vigilia dello scoppio del primo conflitto mondiale il Capo
di stato maggiore Alberto Pollio morì e venne sostituito da Luigi Cadorna. Ca-
dorna, tenuto all’oscuro dal Governo della volontà di dichiarare la neutralità,
aveva inizialmente proposto di dar seguito ai piani operativi che, per anni, ave-
vano visto lo strumento militare italiano orientato in una guerra offensiva contro
la Francia e nell’appoggio allo sforzo bellico tedesco .
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Nel giro di pochi giorni, maturata la decisione della neutralità, Cadorna ri-
baltò lo scacchiere d’impiego e cercò in tutti i modi di predisporre un pronto
riarmo dell’esercito, facendolo uscire dalla difficile situazione nella quale si era
trovato dopo la guerra di Libia e dopo la politica ‘del risparmio’ voluta da Giolitti
ed eseguita dal ministro della Guerra Paolo Spingardi. Pur non volendo entrare
nella querelle, allora politica poi di natura storiografica, sulla condizione dell’e-
sercito italiano alla vigilia del conflitto, pur tuttavia è opportuno evidenziare che
dal novembre del 1913 il generale Pollio aveva ripetutamente richiesto nuovi
provvedimenti finanziari per ristabilire l’efficienza dell’esercito . Finanziamenti
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che non erano stati concessi, tant’è che a fine maggio 1914 Pollio si lamentava
con il neo ministro della Guerra Domenico Grandi, suggerito al Re dall’ex mi-
nistro Spingardi , che «ad ogni modo mi pare che la disponibilità di fondi sia
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assolutamente inadeguata a questo scopo, e ritengo doveroso di esprimere il mio
avviso che, ritardando ancora l’applicazione di provvedimenti che si fanno, di
giorno in giorno, più urgenti e più indispensabili, le condizioni di preparazione
del nostro esercito, già gravi ora, tendano a diventare gravissime» . In effetti,
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malgrado Salandra si fosse mostrato più attento alle esigenze delle forze arma-
te , alla vigilia dello scoppio del conflitto non solo non si era portato a termine il
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rinnovamento e il reintegro dell’esercito, provato dalla guerra di Libia, ma erano
trascorsi tre anni senza eseguire le manovre generali, sia per questioni inerenti
al conflitto libico, sia per motivazioni finanziarie. In questa difficile situazione
dello strumento militare terrestre si inserì, nel corso del mese di agosto, un lun-
go braccio di ferro tra Cadorna e Grandi. Cadorna, dando ormai per scontata la
10 A tal riguardo si veda: F. Minniti, Gli Stati Maggiori e la politica estera italiana, in La politica
estera italiana 1860-1985, R. J. B. Bosworth-S. Romano (a cura di), il Mulino, Bologna, 1991,
pp. 91-120.
11 Si veda la cospicua corrispondenza conservata presso l’Archivio dell’Ufficio Storico dello
Stato Maggiore dell’Esercito (d’ora innanzi AUSSME), G9, b. 32, fasc. 205.
12 Archivio Centrale dello Stato (d’ora innanzi ACS), Archivio Domenico Grandi, b. 1, fasc.
1.2.7 – Spingardi – lettera di Paolo Spingardi a Domenico Grandi del 25 marzo 1914.
13 ACS, Ministero della Real Casa. Ufficio del Primo Aiutante di Campo, b. 245, fasc. 407 –
Esercito – lettera di Alberto Pollio a Domenico Grandi del 24 maggio 1914.
14 ACS, Archivio Ugo Brusati, b. 10, fasc. Lettere varie da 465 a 516, lettera di Alberto Pollio a
Ugo Brusati del 26 marzo 1914.

