Page 264 - Il 1917 l'anno della svolta - Atti 25-26 ottobre 2017
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             Piccoli». È opera di Achille Luciano Mauzan, un artista che vantava già un’im-
             portante produzione per manifesti cinematografici riuscendo a produrne mille-
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             cinquecento tra il 1909 e il 1913 . Va ricordata un’affermazione dell’artista, che
             ne condensa ed esplicita l’attività produttiva: occorre «colpire il passante come
             un pugno in un occhio». Il combattente italiano sarà da allora in poi il “fante di
             Mauzan”, vera icona propagandistica che riassume ed esalta la forza di cui era
             dotato il Lord Kitchner disegnato dall’inglese Alfred Leete. 18
                Mentre la grande stampa costituisce una “fondamentale cassa di risonanza
             della propaganda” sono i manifesti illustrati stampati in grandi dimensioni giun-
             gendo a misurare nei casi di quelli colossali 30 mq., che colpiscono l’attenzione
             dei passanti e sconvolgono la realtà visiva quotidiana e tradizionale delle città.
             Di tutta questa invasione resta memoria non solo nella campagne fotografiche
             realizzate da Istituti di credito per le campagne dei prestiti nazionali ma anche
             nelle illustrazioni dei giornali del tempo. Di norma i manifesti raggiungono due,
             tre metri d’altezza ma il cliché viene anche diffuso sotto forma di locandine,
             cartonati o cartoline. A volte due immagini dello stesso cliché sono stampate
             affiancate ma con un’unica scritta in basso per rendere più incisivo il messaggio.
             È il caso ad esempio del famosissimo cannone del manifesto di Girus (Giuseppe
             Russo) in cui al bianco immacolato delle montagne che si ergono sullo sfondo
             e ricordano “l’estremo limite” della patria da contraltare l’oro delle monete che
             rinvia al colore del grano e, attraverso esso, alla terra. Il cannone è sovrastato,
             in un cielo rosso, dallo slogan «Date denaro per la vittoria: la vittoria è la pace».
             (fig.12)
                L’immagine delle montagne è anche quella delle frontiere d’Italia, dei suoi
             confini “naturali” e “sacri”. Un topos che si presta a facili riferimenti alla perce-
             zione simbolica dell’unità nazionale nella gigantesca campagna propagandistica
             che accompagna la guerra. La definizione puntuale o simbolica del territorio si
             modula così in diverse tipologie documentarie in cui largo peso ha l’esigenza di
             fornire, anche inconsapevolmente, una chiave di lettura patriottica.
                In  un  manifesto  intitolato  «L’Italia  agli  italiani»  è  raffigurata  la  zona  del
             Trentino e della Dalmazia e viene messa in evidenza la linea dei monti che co-
             stituisce una vera e propria barriera geografica tra il bacino italiano e quello


             17  Paolo Lombardi, Il cartellonista dei due mondi: le pubblicità di Lucien Achille Mauzan, in
                «Charta», a. 12, maggio-giugno 2003, p. 54.
             18  L’immagine accompagnata dalla scritta «your country needs yOU» comparve sulla copertina
                del «London Opinion» del 5 settembre 1914 e riscosse un tale successo da venire trasformata
                in manifesto. Si tratta della «iconografia più nuova e potente della propaganda della Prima
                guerra mondiale, adottata e adattata nel corso del conflitto in ogni paese [...] ripresa [...] lungo
                tutto il Novecento [...] ancora oggi [...] piegata affini commerciali e politici di ogni genere,
                vera e propria icona della pubblicità tout court». Cfr. Dario Cimorelli e Anna Villari, op.cit., p.
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