Page 293 - Il 1917 l'anno della svolta - Atti 25-26 ottobre 2017
P. 293
III SeSSIone - La condotta deLLa guerra: daLLa tradIzIone aLL’InnovazIone 293
ne di Casara Trentin e della sovrastante cima del Portule. Simultaneamente, re-
lativamente “dal basso”, i fanti della 25ª Divisione avrebbero dovuto scavalcare
la cortina M.Zebio-Q.1476 per scendere in Val Galmarara e da lì puntare verso
Bocchetta Portule. Tra le due colonne principali un attacco secondario avrebbe
dovuto garantire alla Brigata “Arno” la conquista di Monte Forno e di conse-
guenza la possibilità di interdire il tratto superiore della stessa Val Galmarara,
impedendo agli austriaci qualsiasi impiego “trasversale” delle riserve.
Non si trattava di un piano mal congegnato, ma come tutti i piani aveva bi-
sogno che tutte le tessere del mosaico, o almeno le principali, andassero al loro
posto. Esattamente quanto non accadde. Tirare in ballo, come si fece allora, la
trista fama di menagramo del comandante dell’Armata è fin troppo facile e lascia
il tempo che trova. Rimane il fatto che in poche occasioni come nella giornata
del 10 giugno 1917 tutto quello che poteva andare storto… andò storto. Due
giorni prima la mina predisposta per aver ragione del caposaldo di Monte Zebio
esplose, seppellendo il presidio italiano che stava studiando il terreno d’attacco;
l’analoga mina posta sotto Q.1476 detonò al momento previsto, ma con effetti
13
giudicati dagli attaccanti della “Piacenza” non meno deleteri . L’artiglieria pe-
sante italiana e le bombarde da 240 sbagliarono i tiri al punto da massacrare le
13 Pozzato, Un anno sull’Altipiano, cit., pp. 215-218.