Page 310 - Il 1917 l'anno della svolta - Atti 25-26 ottobre 2017
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310                                                  il 1917. l’anno della svolta


                                                          to,  con quanto  era  accaduto
                                                          prima e dopo l’ultimo sia pur
                                                          non decisivo successo era in
                                                          grado  di  farsi  carico.  “Hic
                                                          manebimus…”  dunque,  an-
                                                          che se certo non “optime”. Gli
                                                          italiani sulle nuove posizioni
                                                          non potevano infatti  conta-
                                                          re sulle trincee austriache,
                                                          tutte  realizzate sul  versante
                                                          meridionale,  e non avevano
                                                          alcuna possibilità di scavare
                                                          nella  roccia  dei  nuovi trin-
                                                          ceramenti.  Non restava che
                                                          affidarsi ai sacchetti a terra e
                                                          costruire un miserabile riparo
                                                          che gli stessi austriaci defini-
                                                          rono, con una pomposità che
                                                          sapeva  molto  di  sarcastico,
                                                          la Sandsackstellung: la linea
                                                          dei sacchetti a terra . Contro
                                                                           25
                                                          quella linea, tracciata appena
             sopra la Grande dolina e difesa da qualche cavallo di Frisia gettatole nottetempo
             davanti, venne di conseguenza progettato l’ennesimo contrattacco austriaco. Era
             evidente che avrebbe dovuto essere quello decisivo: alle truppe sul posto non si
             poteva chiedere di più e l’arrivo di rinforzi era pregiudicato dal rischio di sguar-
             nire il fronte isontino. A guidarlo, secondo una prassi non certo nuova nelle file
             dell’imperial-regio esercito e che i fallimenti pregressi rendevano inevitabile,
             venne chiamato un nuovo comandante, estraneo a quel settore di combattimento,
             ma fornito di ottime credenziali: Ludwig von Goiginger . Si trattava di un ve-
                                                               26
             terano del fronte sud-tirolese, dove aveva combattuto già nel 1915 al comando
             della Divisione Pustertal, ma soprattutto di un esperto di guerra in montagna,
             aperto peraltro alle innovazioni e capace di “adattarsi” in fretta a situazioni e
             problematiche diverse. Goiginger era chiamato ad operare senza poter contare
             sui reparti della sua Divisione, la 73ª, e dovendosi forzatamente affidare a chi sul


             25  Si veda la testimonianza del Ten. Hermann Mark, III/2° Kaiserschützen, Relazione Mark, in
                KAW, AdTK, 1712: Kaiserschützen Nr. 1, e la didascalia della sola foto finora conosciuta rea-
                lizzata riportata in Pozzato, Volpato, Dal Molin, Nemici sull’Ortigara, cit., sezione fotografica
                centrale.
             26  Se ne veda la relazione autografa in KAW, AdTK, 1712: Kaiserschützen Nr. 1.
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