Page 200 - Il 1918 La Vittoria e il Sacrificio - Atti 17-18 ottobre 2018
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             cumento, che spicca in mezzo alle numerose circolari coercitive, rimase un’i-
             niziativa isolata: non fu creata nessuna struttura per concretizzarla, né furono
             emanati ordini precisi, come invece sotto il comando supremo di armando Diaz.
                Sotto la gestione di Cadorna, le iniziative di carattere assistenziale e morale,
             quindi propagandistiche, erano lasciate alla buona volontà dei comandi inferiori
             e dei cappellani militari. Tra questi emersero due personalità, che andarono ol-
             tre l’iniziativa individuale, progettando e realizzando una struttura organizzata e
             permanente: don Giovanni Minozzi, che aprì le prime Case del soldato al fronte
             nell’agosto 1916, ed il generale Luigi Capello, che nel marzo 1917 istituì presso
             il suo comando un servizio di propaganda. Sulle Case del soldato e sul ruolo
             propagandistico svolto dai cappellani militari molto è stato scritto e quindi ri-
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             mandiamo all’esaustiva bibliografia , mentre è stata meno approfondita la breve
             stagione dell’ufficio propaganda della 2ª armata, fondamentale per il servizio p:
             dopo la pubblicazione della memoria difensiva di Capello di fronte alla Commis-
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             sione d’inchiesta su Caporetto , analisi sono state compiute da Mario Isnenghi
             e da antonio Sema.
                Convinto che il carattere dell’italiano non fosse adatto alla guerra per ragio-
             ni storiche e sociali a cui si sarebbe potuto riparare durante la guerra, Capello
             individuò nelle conferenze patriottiche tenute dai militari più vicini alle truppe
             un mezzo per svolgere l’opera educativa che doveva stimolare comportamenti
             positivi . Il comando di Capello si distingueva dagli altri per il numero degli
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             intellettuali che vi lavoravano, e il generale affidò la direzione dell’ufficio pro-
             paganda ed istruzione a quello che tra essi forse più eccelse nelle virtù militari:
             Alessandro Casati . Capello e Casati riunirono un’ottantina di prescelti, di cui la
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             12  Tra i numerosi studi sui cappellani militari spicca il volume di r. MoroZZo della rocca, La
                 fede e la guerra. Cappellani militari e preti-soldati (1915-1919), prefazione di alberto Monti-
                 cone, Studium, Roma 1980; L’opera di don Minozzi è analizzata anche da e. FranZina, Casini
                 di guerra, cit.; ideM, Il tempo libero dalla guerra, cit.; M. isnengHi, Giornali di trincea, cit.; a.
                 seMa, “cose piccole” e “piccole cose”, cit.
             13  l. caPello, Caporetto, perché? La 2ª armata e gli avvenimenti dell’ottobre 1917, introdu-
                 zione di Renzo De Felice, Einaudi, Torino 1967. Il volume è corredato da un’appendice che
                 con alcune delle circolari sul servizio di propaganda emanate dal comando d’armata. altre
                 circolari sull’argomento furono raccolte durante il conflitto da Enrico Caviglia, comandante
                 del XXIV corpo d’armata ed ora sono conservate in aUS.SME, E1/115/Conferenze. ardengo
                 Soffici fu un propagandista della 2ª armata, prima di essere il direttore del giornale di trincea
                 “La Ghirba”. a. soFFici, La ritirata del Friuli. Note di un ufficiale della seconda armata, Val-
                 lecchi, Firenze 1919, pp. 11, 25-34.
             14  Per un’analisi delle idee di Capello sul soldato italiano e sulla guerra si veda M. isnengHi,
                 Giornali di trincea, cit., pp. 28-29.
             15  Casati fu uno dei più stretti collaboratori del generale e angelo Gatti lo chiamò «la coscienza
                 di Capello» (a. gatti, Caporetto. Diario di guerra maggio-dicembre 1917, a cura di alberto
                 Monticone, il Mulino, Bologna 1997, p. 11). Iniziata la guerra come sottotenente, dopo Capo-
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