Page 203 - Il 1918 La Vittoria e il Sacrificio - Atti 17-18 ottobre 2018
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durata del conflitto, si preoccuparono che la propaganda pacifista non penetrasse
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nelle fila dell’esercito .
analoghi timori nei confronti della propaganda «disfattista ed antibellica»
decisa «dal partito socialista ufficiale ed anarchico ed altre manifestazioni simi-
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lari » furono le cause dichiarate dell’emanazione da parte del comando supre-
mo di una circolare con la quale si istituiva il 9 gennaio 1918 in tutte le armate
un servizio per raccogliere informazioni sul morale della truppa, eliminare per
quanto possibile le cause del malcontento e fare opera di propaganda ad ufficiali
e soldati. Era la prima apparizione di quello che fu chiamato servizio p: oltre a
vigilare, si esortava a prevenire le fonti di insoddisfazione dei soldati e ad adope-
rarsi in un’opera di propagada. «Il miglior sistema per combattere la propaganda
antibellica è quello di eliminare per quanto possibile le cause del malcontento.
[…] Fra i mezzi più efficaci per mantenere puro o risanare l’ambiente morale, si
deve consacrare ogni cura all’opera di contropropaganda che si può esplicare in
mille modi differenti, ma che deve essere assidua ».
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Il 1° febbraio veniva diffusa a tutti i comandi d’armata o indipendenti una
circolare che aveva per oggetto la propaganda patriottica. Emanata anch’essa
dall’ufficio informazioni, ma firmata da Diaz in persona, risulta divisa in due
parti, una per la propaganda alle truppe, l’altra per quella alla popolazione, en-
trambe sotto la responsabilità di un ufficiale nominato dal servizio informazioni
di ogni armata. Questo ufficiale doveva organizzare la vigilanza scegliendosi
alcuni fiduciari tra la truppa e tra la popolazione (erano raccomandati «gior-
nalisti, professionisti di ogni ceto, qualche sacerdote, qualche commerciante»).
Per l’opera di assistenza si caldeggiava l’apertura di nuove Case del soldato e
21 La situazione politica all’interno del paese era tale da destare fondate preoccupazioni: nel
maggio 1915 giolittiani, cattolici e socialisti si erano proclamati contrari alla guerra, seppure
su posizioni tra loro ben diverse. Nel 1917 gli scioperi spontanei in alcune grandi città ave-
vano esacerbato gli animi, ma tutte le inchieste giudiziarie e le relazioni delle commissioni
censura esclusero organizzazioni di pacifisti in uniforme. In mancanza di studi specifici, l’im-
pressione è che i timori dei vertici militari verso la propaganda pacifista fossero eccessivi ed
abbiano qualche volta fornito facili alibi ai comandanti: il comunicato di Cadorna diffuso nei
giorni di Caporetto ne è l’esempio più evidente.
Sull’azione di controllo svolta dal personale di polizia, tUllio MarcHetti, Ventotto anni nel
servizio informazioni militari (esercito). “Informati, valuta, agisci”, a cura di L. F., Temi
editore, coll. del Museo Trentino del Risorgimento e della lotta per la libertà, Trento, 1960,
p. 301. in aUS.SME, F2/105/2 (5ª armata, stato maggiore, Spirito delle truppe, circolare
181/I.p., 31 dicembre 1917, al comando supremo) e F1/296/Relazioni dalle armate (3ª armata,
stato maggiore, ufficio informazioni, Relazione del Colonnello Smaniotto…, pp. 12).
22 Comando supremo, servizio informazioni, sezione “U”, propaganda contro la guerra, circ.
916/Servizio Informazioni, 9 gennaio 1918, firmata da Giardino. Corsivo nell’originale.
aUS.SME, E5/194/propaganda-ufficio doni 1918.
23 Ibidem.

