Page 403 - Il 1918 La Vittoria e il Sacrificio - Atti 17-18 ottobre 2018
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Relazioni di chiusuRa                                               403



             sotto la direzione di Vladimir potiemkine che la guerra per la spartizione del
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             mondo era finita. Era la spartizione che iniziava.  E così fu.
                Hitler se ne ricordò quando pretese che proprio a Compiègne su quel treno
             fosse firmato l’armistizio tra la Germania nazista vincitrice e la sconfitta Francia,
             il 22 giugno 1940, il primo Quadro del Secondo atto, non quello finale, di questa
             tragedia umana iniziata nel 1914.
                Un altro elemento condusse al crollo degli Imperi Centrali e al cambiamen-
             to del panorama geopolitico nei Balcani: la disgregazione dell’Impero Russo,
             certamente tra le potenze imperialiste, l’anello più debole della catena in quegli
             anni. La pace di Brest –Litowsk  del 3 marzo 1918 tra Mosca e Berlino, pur al-
             leggerendo il fronte tedesco, comunque non salvò l’impero del Kaiser.
                L’anno prima anche Nicola II, zar di Russia, (incoronato nel 1896 a capo di
             ben un sesto della superficie terrestre), non aveva compreso a qual punto si era
             arrivati nel suo vasto territorio, eppure ne aveva avute di avvisaglie fin dai giorni
             del suo matrimonio (i terribili eventi del Campo Khodinka). Il potere della sua
             dinastia, danneggiata da arroganza e improntitudine di alcuni suoi consiglieri,
             da intrighi di corte (vedi la vicenda politica - soprattutto - e umana di Grigorji
             Rasputin e dei suoi seguaci), era giunto alla fine. Un mondo stava finendo e il
             bolscevismo-comunismo avrebbe influenzato un secolo di storia europea e mon-
             diale, creando paure e reazioni a catena, soprattutto nell’altra potenza mondiale,
             gli USa.
                Era evidente che il malessere nel mondo russo era iniziato già da molto tem-
             po prima dell’inizio del conflitto, dai tempi di alessandro III, ma divenne più
             acuto, proprio durante il regno di Nicola II, non escludendo le responsabilità
             personali della zarina, moglie molto amata ma deleteria dal punto di vista della
             comprensione della situazione politica. Molti storici credono che gran parte di
             quello che accadde fosse dovuto alla sua influenza negli affari di stato oltre alla
             ben nota fragilità personale e insicurezza dello zar, insieme ai rovesci militari
             del conflitto. In effetti, sono numerose le testimonianze postume riguardo al suo
             comportamento, alla sua distanza non solo dal popolo ma dalle ragioni politiche
             dell’esigenza di diversi comportamenti di governo del paese. In realtà la zarina
             alessandra (nata alice d’assia), era diventata russa solo di nome e di religione
             ortodossa ma non aveva penetrato lo spirito di quel vasto territorio e la malattia
             dell’erede al trono (emofilia), l’aveva ancora di più distaccata dalla vita reale.
                Non comprese Nicola II quel telegramma (insieme a altri dello stesso tenore),
             che lo raggiunse mentre era a pskov, inviatogli dal Capo di Stato Maggiore del
             Comando Supremo delle sue armate, generale alexeev, il 2 marzo 1917 nel quale
             si indicava dal fronte ‘la profonda leale richiesta all’imperatore di abdicare al
             trono’…. Modo fin troppo rispettoso per dirgli che avrebbe dovuto abbandonare


             3   Editions M.- Génin, parigi, 1965, vol. II, p. 400.
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