Page 85 - Il 1918 La Vittoria e il Sacrificio - Atti 17-18 ottobre 2018
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             finale della conferenza di Roma, si propone non soltanto di avere una valenza
             politica, ma anche di creare un’associazione capace di sopravvivere, per mezzo
             della cultura e del commercio, alla fine del conflitto: «L’Intesa di Roma che ha
             potuto compiersi oggi sulla base della preparazione lungamente elaborata a pa-
             rigi e a Londra con solidarietà internazionale, che non deve morire e non morirà,
             non mira soltanto ad un accordo politico ma ad una associazione nello spirito e
             nelle opere, nella coltura e nei commerci, che oltre la guerra, mantenga fra di noi
             e l’alimenti con animo ed atti di reciproca fiducia, con fede comune di adempiere
             ad una missione di progresso e di civiltà umana». I discorsi dei delegati e degli
             osservatori – quali Beneš, Trumbić, Draghicescu, zamorski, Frankiln Bouillon,
             Thomas, Steed – risultano dunque di differente tonalità ma pur sempre di grande
             forza: chi manca è il governo italiano, del quale nessun rappresentante prende
             la parola. Di fatto, nel tempo intercorso tra l’incontro Torre-Trumbić a Londra e
             l’apertura del Congresso, grazie all’intervento di Steed anche il capo del governo
             francese Georges Clemenceau e il segretario di Stato agli Esteri inglese arthur
             Balfour hanno accettato la proclamazione dell’indipendenza per tutti i popoli
             dell’Impero austro-ungarico, mentre il Comando supremo italiano e il generale
             piero Badoglio dispongono la preparazione di fogli e volantini da lanciare al
             di là delle linee nemiche e diffondere così la nuova azione di mobilizzazione
             nazionale nei ranghi nemici. Tuttavia il ministro Sonnino, ancora contrario alla
             messa in atto di tale strategia, l’aveva sospesa, in attesa che la situazione fos-
             se più chiara: solo alla conclusione del Congresso, Steed viene autorizzato da
             Sonnino a dichiarare che tutti i membri del governo italiano, senza eccezione,
             auspicano il successo della conferenza. ad ogni modo la posizione di Sonnino,
             ora a favore di una “indiretta” adesione al patto di Roma, si mantiene sul patto
             di Londra a garanzia degli obiettivi territoriali italiani. Il giorno seguente si di-
             mostra il sostegno diretto di orlando con il ricevimento degli jugoslavi e le altre
             delegazioni: e così il 25 aprile in un’intervista alla stampa francese il capo del
             governo italiano spiega che il “noto” patto di Londra era stato “negoziato contro
             la nemica austria” ma in quel momento, di fronte a uno “Stato amico jugoslavo”,
             necessariamente cambiavano “la situazione e le intenzioni”.


             La vittoria delle nazionalità e dell’Italia
                Il congresso e il patto di Roma portano con sé numerose implicazioni e conse-
             guenze, anche a causa della posizione del governo italiano sulla questione delle
             coste adriatiche. Un animato dibattito si accende ora a proposito della auspi-
             cata “linea di equilibrio” tra italiani e slavi in Dalmazia e in Istria. In generale
             gli osservatori concordano nel definire l’atteggiamento italiano come “doppio”
             sulla questione delle nazionalità (in primis per le differenti posizioni di orlan-
             do e Sonnino): nello stesso tempo però numerosi giornalisti e giornali (tra cui
             Il Giornale d’Italia, La Gazzetta del Popolo, l’Idea Nazionale e la Perseve-
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