Page 82 - Il 1918 La Vittoria e il Sacrificio - Atti 17-18 ottobre 2018
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nazionali, slavi, italiani e romeni (31 milioni). Ciò significava poter utilizzare la
formula del “governo per consenso dei governati” invece dell’“autogoverno” o
dello “sviluppo autonomo”. Inoltre si superava l’idea che gli alleati non voles-
sero smembrare l’austria e potessero portare supporto alle organizzazioni anti-
tedesche esistenti (come i comitati nazionali ceco-slovacchi, jugoslavi, polac-
chi): in tal modo si prospettava, in linea con la tendenza di una parte del governo
italiano a metter da parte e andare oltre il patto di Londra, una “politica delle
nazionalità”, d’accordo con le “razze anti-tedesche” dell’Impero asburgico. per
lo più si auspicava non un insieme di piccoli Stati divisi tra loro, piuttosto una
confederazione di Stati non-germanici dell’Europa centrale e danubiana, mentre
tedeschi e austro-tedeschi sarebbero stati liberi di riunirsi in Stati “confederati
di Germania”.
I negoziati della diplomazia si concentrano quindi sulla questione del confi-
ne orientale d’Italia, con la controparte jugoslava, in particolare sulle frontiere
dell’Istria e della Dalmazia. Un primo abboccamento tra i contendenti aveva
luogo a Londra nei mesi precedenti, tramite gli influenti circoli pro-jugoslavi e
il sostegno ideologico di giornali diffusi (come The Times e The New Europe)
e l’attività di noti personaggi (come Wickham Steed et Robert Seton Watson).
ante Trumbić, leader dalmata del movimento nazionale jugoslavo, era il dele-
gato degli slavi del sud e controparte degli italiani nelle riunioni con orlando.
Il sostegno alla politica delle nazionalità veniva ufficialmente inaugurato dagli
interventi al parlamento del presidente orlando, il 12 febbraio e il 4 marzo. In
tale contesto storico, sotto la spinta della propaganda a favore di tutti i “popoli
oppressi” dell’Impero austro-ungarico, alcuni noti giornalisti (come albertini,
Giuseppe Borgese e Giovanni amendola) lanciano l’idea di organizzare un con-
gresso dei rappresentanti di queste nazionalità, che avrebbe avuto luogo a Roma.
In febbraio si tiene una riunione preparatoria presso la Società “Trento e Trieste”
a Roma, alla presenza del senatore Francesco Ruffini e di vari deputati italiani,
tra cui il professore Maffeo pantaleoni. In seguito viene costituito un comitato
esecutivo per l’organizzazione del congresso ed si accetta la proposta di Alber-
tini di inviare il giornalista e deputato andrea Torre a Londra, per un incontro
con Trumbić. I negoziati, non facili, tra Torre, Trumbić, Borgese, Steed e Seton
Watson affrontano i punti più delicati nei rapporti italo-jugoslavi e il 7 marzo
si concludono i lavori con una dichiarazione congiunta in sette punti. Tre punti
riguardano le proposizioni generali: il diritto di ogni popolo a costituire uno Stati
unitario e nazionale, con una completa indipendenza politica ed economica; il
riconoscimento condiviso che l’austria-Ungheria è il principale ostacolo alle
aspirazioni e ai diritti nazionali; la cooperazione comune contro l’oppressore.
poi i rappresentanti dei popoli italiano e jugoslavo convengono che le relazioni
tra italiani e serbi, croati, sloveni, conosciuti anche come “nazione jugoslava”,
devono partire dal riconoscimento dell’unità e dell’indipendenza della nazione