Page 81 - Il 1918 La Vittoria e il Sacrificio - Atti 17-18 ottobre 2018
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obiettivo attira ora nuovi sostenitori, in dialogo costruttivo con il Popolo d’italia
di Mussolini e con Gabriele d’annunzio, nazionalista di punta e amico e sodale
di antica data di albertini.
La politica delle nazionalità e il Patto di Roma
Il primo risultato di queste posizioni si realizza con il supporto all’organiz-
zazione di legioni di ex prigionieri ceco-slovacchi, arruolati grazie alla propa-
ganda del Consiglio nazionale animato da Tomáš Masaryk, Edvard Beneš e Mi-
lan Štefánik. I soldati cechi e slovacchi, infatti, erano stati separati dagli altri
prigionieri austro-ungarici già in Russia, in Serbia, quindi in Italia, per essere
reimpiegati nella retroguardia del fronte. In effetti, in ragione dell’opposizione
di Sonnino, del ministro Francesco Saverio Nitti e del gen. armando Diaz, l’Ita-
lia cominciava tardivamente la propaganda dei diritti delle nazionalità dietro le
linee del fronte nemico e nelle trincee austriache. Il carisma di Štefánik, che da
agitatore ceco-slovacco diveniva grazie alle influenti amicizie un ascoltato per-
sonaggio anche nell’entourage del presidente del Consiglio e ministro dell’In-
terno Vittorio Emanuele orlando, e il sostegno di Leonida Bissolati danno ora
un fondamentale impulso alla strategia per la costituzione della legione ceco-slo-
vacca. Di fatto, per l’estrema necessità di soldati, già nel gennaio 1918 il Coman-
do supremo impiegava già circa duemila prigionieri cechi come esploratori sul
fronte orientale: ora, finalmente, il 9 marzo, grazie alla convinzione di Bissolati,
di orlando e quindi di Nitti, si dà il via libera con il comando dell’esercito per la
formazione di una legione ceca. 19
Nel corso del mese di marzo 1918 si rivela necessaria una nuova e forte azio-
ne contro l’austria-Ungheria. Gli alleati, fino a quel momento, avevano di fronte
due linee politiche differenti: la prima opzione prevedeva di “lavorare a una
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pace separata con l’Imperatore” e dunque “lasciare il suo territorio intatto”, so-
luzione già tentata “senza successo” (sia per i forti legami di Vienna con Berlino,
sia per l’impossibilità dell’Intesa di offrire a Vienna condizioni irrifiutabili senza
entrare in contrasto con l’Italia). La seconda opzione, invece, non era necessa-
riamente “contro” gli asburgo, non contrastava con gli “interesse della religione
cattolica” ed era “in armonia con gli obiettivi dichiarati dagli alleati”: si basa-
va infatti sul semplice conteggio delle nazionalità dell’Impero e considerava il
numero di tedeschi e ungheresi (21 milioni) in confronto con gli altri gruppi
19 Bissolati leonida, Diario di guerra. appunti presi sulle linee, nei comandi, nei consigli
interalleati, Einaudi, Torino, 1934.
20 Documenti Diplomatici Italiani (DDI), V serie, Vol. 10 (1° gennaio – 31 maggio 1918), Com-
missione per la pubblicazione dei documenti diplomatici-Ministero degli affari Esteri, Roma
1985, doc. 425, “L’ambasciatore a Londra, Imperiali, al Ministro degli Esteri, Sonnino”, R.S.
1036/335, Londra, 18 marzo 1918. allegato: “propaganda in austria-Ungheria (segreto)”.