Page 80 - Il 1918 La Vittoria e il Sacrificio - Atti 17-18 ottobre 2018
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80 il 1918. la Vittoria e il Sacrificio
“vecchi elementi di discordia e di antagonismo” capaci di minare la pace d’Eu-
ropa e del mondo. Il contrasto e la differenza tra i principi nazionali di Wilson e
quelli bolscevichi di Lenin proclamati in Russia si evidenzia nel fattore sociale,
essendo la piattaforma ideologica socialista basata sulla rivoluzione “nazionale
e sociale”: Wilson dunque oppone all’immagine della rivoluzione “sociale” una
scelta libera per una “rivoluzione nazionale” in cui i popoli possano avere il di-
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ritto di scegliere la propria forma di governo.
Questo messaggio è modulato per i popoli dell’impero dualista austro-unga-
rico, dove un appello all’autonomia e all’indipendenza delle nazionalità avrebbe
avuto conseguenze importanti. Vienna e Budapest, di fronte a Berlino, sembrano
essere il punto debole delle potenze centrali, a maggior ragione quando la situa-
zione militare dell’Intesa si fa più difficile e si realizza la minaccia più temuta da
parigi e Londra: quella di una nuova iniziativa militare devastatrice tedesca sul
fronte occidentale a seguito del trattato russo-tedesco di Brest-Litovsk siglato il
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3 marzo .
Fino al gennaio 1918 dunque il governo di Roma non esprimeva obiezioni uf-
ficiali alla posizione inglese sul diritto di esistenza dell’austria-Ungheria: il mi-
nistro degli Esteri italiano Sidney Sonnino intendeva infatti rispettare il patto di
Londra e preservare l’esistenza dell’Impero asburgico. Eppure l’attività di molti
gruppi italiani, prima e dopo la rotta di Caporetto, dimostra un forte sostegno alle
nazionalità “oppresse” e una critica evidente all’“austrofilia” degli ambienti an-
glosassoni, incardinata sull’attività pubblicistica de Il Corriere della Sera diretto
dal senatore Luigi albertini e dell’influente gruppo intorno coagulatosi a lui .
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In vari articoli, dalla metà di gennaio fino ad inizio febbraio, in particolare con il
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contributo intitolato Sulle direttive della storia, Albertini e il Corriere attacca-
vano la posizione ufficiale italiana sul rispetto del patto di Londra, criticandone
l’atteggiamento filo-austriaco fin dalla seconda guerra balcanica , per chiedere
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quindi all’Italia di sostenere direttamente gli slavi del sud, trovare dunque un
accordo con gli Jugoslavi, e rinunciare al patto di Londra (da cui la definizione
di “rinunziatari” che venne affibbiata al gruppo del Corriere). Questo nuovo
14 HoBSBaWM ERICH J., Nations and Nationalism since 1780. programme, Myth, Reality,
Cambridge University press, Cambridge, 1990.
15 WHEELER-BENNETT JoHN.W., Brest-Litovsk, the Forgotten peace: March 1918, W.W.
Norton & Company, New York, 1938.
16 aLBERTINI LUIGI, Venti anni di vita politica, 5 voll., zanichelli, Bologna, 1950-1953,
II parte: L’Italia nella Guerra Mondiale – III vol.: Da Caporetto a Vittorio Veneto (ottobre
1917-novembre 1918), Bologna, 1953, in particolare il capitolo IV: “Il Congresso dei popoli
oppressi”.
17 aLBERTINI LUIGI, “Sulle direttive della storia (Il problema dell’austria)”, in Il Corriere
della Sera, 3 febbraio 1918.
18 BIaGINI aNToNELLo, L’Italia e le guerre balcaniche, Nuova Cultura, Roma, 2012.