Page 79 - Il 1918 La Vittoria e il Sacrificio - Atti 17-18 ottobre 2018
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             be portato all’isolamento di un’intera armata nemica e all’apertura della strada
             per l’occupazione di Trento. L’azione, pianificata nei dettagli ed approvata da
             Cadorna, ha inizio nella notte tra il 17 e il 18 settembre, quando un manipolo di
             fanti e i bersaglieri italiani penetra attraverso le linee nemiche senza incontrare
             resistenza, avendo gli uomini di pivko drogato il rancio serale dei soldati austro-
             ungarici e provveduto all’interruzione temporanea dell’elettrificazione delle li-
             nee. Il “sogno di Carzano” si infrange però di fronte all’indecisione tattica e
             alla mancanza di visione strategica da parte italiana: il gen. attilio zincone, a
             cui era stato affidato il comando, impiega inspiegabilmente unità non esperte e
             dotate di eccessivo equipaggiamento. Il rallentamento dell’azione porta il co-
             mando ad ordinare la ritirata, lasciando le avanguardie in balia della reazione
             austriaca: l’episodio però dimostra una volta di più come la ricerca di alleati tra
             le fila austro-ungariche si presenta quanto mai fruttuosa e trovava i punti più
             deboli dell’organizzazione militare di Vienna proprio al suo interno, nelle pieghe
             della sua tradizionale complessità multinazionale. L’autunno del 1917, quindi,
             segnava comunque dei punti a favore della politica di supporto alle nazionalità
             “oppresse” dell’austria-Ungheria, risultata dal numeroso reclutamento di diser-
             tori sloveni dall’esercito imperial-regio (effetto del piano di Carzano), che si
             affiancano ai tanti cechi già impiegati come esploratori e informatori nell’area
             del fronte. Certo, la disfatta di Caporetto in un primo tempo e nell’emergenza del
             momento pone in secondo piano questa strategia, che torna però di grande inte-
             resse per la pressione interna dei circoli nazionalisti e favorevoli alle nazionalità
             e per il mutato contesto internazionale realizzatosi all’inizio del nuovo anno.
                L’inizio del 1918 poi risulta fortemente caratterizzato dalla nuova missio-
             ne morale che prende corpo nell’Entente a favore delle libertà dei popoli de-
             gli imperi multinazionali. prima il passaggio del discorso di fronte alle Unions
             sindacali di Lloyd George alla Caxton Hall il 5 gennaio, in cui tra gli obiettivi
             di guerra degli alleati ci si richiama, “nel contesto di un nuovo ordine interna-
             zionale” in cui l’austria-Ungheria verrebbe separata dall’asse con la Germania,
             alla “liberazione dei popoli soggetti dell’austria-Ungheria e dell’Impero otto-
             mano”; poi la posizione assunta a favore dell’autodeterminazione nazionale con
             il discorso dei “quattordici punti” del presidente degli Stati Uniti Woodrow Wil-
             son al Congresso, tenuto l’8 gennaio. Il punto 10 d’altronde dichiara: “ai popoli
             dell’austria-Ungheria, alla quale noi desideriamo di assicurare un posto tra le
             nazioni, deve essere accordata la più ampia possibilità per il loro sviluppo auto-
             nomo”. Nel discorso dell’11 febbraio Wilson chiarifica, inoltre, che nella nuova
             sistemazione di popoli e territori si deve uscire dagli schemi del “gioco, anche se
             grande gioco, ora per sempre screditato, dell’equilibrio del potere”, e che ogni
             insediamento territoriale dopo la guerra “deve essere realizzato nell’interesse e
             per il beneficio delle popolazioni coinvolte, e non come parte di alcun aggiusta-
             mento o compromesso di rivendicazioni tra stati rivali”, senza introdurre nuovi o
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