Page 86 - Il 1918 La Vittoria e il Sacrificio - Atti 17-18 ottobre 2018
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             ranza) apprezzano la risoluzione di Roma. Le conseguenze del Congresso sono
             comunque importanti: da una parte si dà corpo alla strategia di una dissoluzione
             dell’austria-Ungheria con la promozione e la formazione di “legioni” di prigio-
             nieri austro-ungarici (cechi e slovacchi, jugoslavi, romeni, polacchi) e con l’atti-
             va propaganda al di là delle linee nemiche che incita alla diserzione e al passag-
             gio nei ranghi dell’Intesa. Con l’accordo del presidente orlando e del ministro
             della Guerra Vittorio zupelli con Štefánik il 21 aprile è ufficialmente costituita
             una “legione ceco-slovacca”, sotto l’autorità del Consiglio nazionale ceco e il
             comando del generale italiano andrea Graziani: 11 mila 500 prigionieri su 14
             mila sono così arruolati in una nuova divisione. La Commissione centrale per la
             propaganda contro il nemico, istituita in aprile con un ufficiale di riferimento per
             ogni nazionalità e con la presenza di deputati e ufficiali dell’esercito italiano – tra
             cui il comandante Ugo ojetti, capo della Commissione, e tenenti colonnelli Giu-
             seppe Donati e Umberto zanotti Bianco – comincia l’attività il 15 maggio 1918,
             quando i caratteri a stampa delle lingue straniere sono finalmente disponibili. Da
             quel momento si ha la possibilità di scrivere appelli, volantini, giornali periodici
             multi-lingue sulla “liberazione delle nazionalità oppresse”, in quattro pagine per
             le quattro lingue. Dopo il 15 giugno, a seguito delle vittorie sul campo, i volantini
             vengono tradotti e stampati anche in tedesco e ungherese. Il lancio del materiale
             oltre la prima linea del fronte si realizza utilizzando razzi e aerei come vettori:
             in effetti numerosi soldati austro-ungarici catturati nei combattimenti di giugno
             risultano portare con sé questi fogli. Inoltre, a causa del timore delle diserzioni,
             gli ufficiali tedeschi e ungheresi si devono mantenere necessariamente in prima
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             linea, davanti alle truppe, cosa che sta portando a gravi perdite tra le loro fila .
                Il convinto sostegno degli alleati a questa strategia spinge a fondo la pro-
             paganda antiasburgica tra le fila austro-ungariche. alla fine di maggio l’amba-
             sciatore d’Italia a Washington Vincenzo Macchi Di Cellere, in un rapporto a
             Sonnino, riportando la posizione ufficiale dell’amministrazione americana sotto-
             linea come dal Dipartimento di Stato si segua con grande interesse il Congresso
             delle nazionalità oppresse dell’austria-Ungheria e che le aspirazioni alla libertà
             nazionale di ceco-slovacchi e jugoslavi raccolgono la “simpatia” del governo
             degli Stati Uniti. Di fronte a questo sostegno lo stesso Sonnino suggerisce di
             collaborare con la linea indicata da Washington e di incoraggiare jugoslavi e
             ceco-slovacchi ad arruolarsi nelle legioni formate da soldati stranieri all’interno
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             dell’Esercito italiano . D’altra parte, malgrado il rafforzamento della censura,


             24  aLBERTINI LUIGI, Epistolario. 1911-1926, a cura di o. Barié, II vol.: “La Grande Guerra”,
                 arnoldo Mondadori, Milano, 1968: lettera di Ugo ojetti a Luigi albertini, dal Comando su-
                 premo, 22 giugno 1918.
             25  DDI, V serie, Vol. 10, doc. 765, “L’ambasciatore a Washington, Macchi Di Cellere, al Mini-
                 stro degli Esteri Sonnino”, T. GaB. 1180/124, 30 maggio 1918.
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