Page 92 - Il 1918 La Vittoria e il Sacrificio - Atti 17-18 ottobre 2018
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             gli ungheresi, dei romeni, dei ruteni, dei polacchi e degli slavi del sud. Uno dei
             più affermati storici militari John F. C. Fuller nella sua prestigiosa opera Le bat-
             taglie decisive del mondo occidentale scrive che: “In questa tragedia [la resa te-
             desca, N.d.R.] dalle dimensioni spaventose, Vittorio Veneto non ebbe alcun ruo-
             lo, perché, prima che la battaglia fosse combattuta, le campane a morte per la
             Germania avevano già suonato ad Amiens. Né Vittorio Veneto accelerò il collas-
             so dell’Austria perché, essendo il suo destino legato a quello tedesco, la sconfitta
             della  Germania  significava  comunque  la  sua  caduta.  In  cosa  consiste,  allora,
             l’importanza di Vittorio Veneto?”  L’altro valente storico inglese di fama mon-
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             diale, Basil H. Liddell Hart, nel suo volume La prima guerra mondiale 1914-
             1918, dedica appena 16 righi alle battaglie del Solstizio e di Vittorio Veneto,
             sottolineando che il Comando Supremo, invece di contrattaccare risolutamente
             dopo la vittoriosa battaglia di giugno, “preferì attendere finché la situazione non
             fosse matura, finché cioè il processo di disintegrazione da tempo in atto non fos-
             se giunto a minare alla base la volontà dell’Austria di resistere ed essa non potes-
             se più sperare in alcun aiuto da parte della Germania.”  Diaz non è nemmeno
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             riportato negli indici dei nomi citati nel testo dei libri di Martin Gilbert La gran-
             de storia della prima guerra mondiale e di John Toland 1918. Anche autorevoli
             testimoni e protagonisti politici e militari dell’epoca, nelle loro memorie parlano
             solo incidentalmente delle battaglie del Piave, come, ad esempio, Winston S.
             Churchill, che nella sua ponderosa opera Crisi mondiale e grande guerra 1911-
             1922, dedica solo otto righi a Vittorio Veneto.  Altri autori anglosassoni, meno
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             noti ma pur sempre con un largo seguito di lettori, come P. Young in A dictiona-
             ry of battles 1816-1976 edito nel 1977 arrivano, addirittura, ad inventarsi un
             ruolo decisivo svolto dalle truppe britanniche nel corso della battaglia d’arresto
             del Grappa-Piave: “Dopo quattro giorni di battaglia nella valle del Brenta (11-15
             dicembre  1917)  queste  sperimentate  divisioni  fermarono  l’avanzata  austro
             tedesca.”  La storia che i franco-britannici abbiano avuto il merito principale
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             dello sfondamento delle linee austro-ungariche a Vittorio Veneto è molto diffusa
             all’estero,  come  riportato  nel  1941  dal  noto  storico Alan  J.  P. Taylor  in  The
             Habsburg monarchy 1809-1918. A history of the Austrian empire and Austria-
             Hungary: “Dopo la firma dell’armistizio, ma prima della sua entrata in vigore gli
             italiani sbucarono da dietro le truppe inglesi e francesi dove si erano tenuti na-



             2   John F. C. Fuller, Le battaglie decisive del mondo occidentale, vol. III, SME-Ufficio Storico,
                 Roma, 1988, p. 313.
             3   Basil H. Liddell Hart, La prima guerra mondiale 1914-1918, Rizzoli, Milano, 1968, p. 489.
             4   Winston S. Churchill, Crisi mondiale e grande guerra 1911-1922, vol. III 1916-1918, Monda-
                 dori, Milano, 1968, p. 554.
             5   Si veda Mariano Gabriele, Gli alleati in Italia durante la prima guerra mondiale (1917-1918),
                 SME-Ufficio Storico, Roma, p. 473. Tale infondato dato storico è stato ripreso acriticamente
                 da G. Bruce in The paladin dictionary of battles edito nel 1986.
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