Page 10 - Carlo Alberto dalla CHIESA - Soldato, Carabiniere, Prefetto
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giuseppe  cavo dragone



                                              fronta un destino ineluttabile, il cui epilogo era già scritto prima ancora di iniziare.
                                              Eppure, in quegli ultimi 123 giorni trascorsi a Palermo non lesinò un solo minuto del
                                              poco tempo rimastogli per calarsi tra i cittadini onesti, fossero gli operai dei cantieri
                                              navali piuttosto che gli studenti dell’Istituto GONZAGA o del Liceo GARIBALDI,
                                              per spingerli a rialzare la testa da troppo tempo china davanti alla prepotenza e
                                              all’oppressione mafiosa.
                                              I giovani erano la sua ultima speranza. Come già aveva avuto modo di dire a Enzo
                                              Biagi, durante la celebre intervista a lui rilasciata, Egli amava i giovani “perché sono
                                              semplici, sono di pasta buona, hanno gli occhi puliti e ne sono spesso ricambiato”. E sin dal suo
                                              primo discorso ufficiale, il giorno successivo al suo insediamento alla Prefettura di
                                              Palermo, auspicò di: “… poter guardare in viso i nostri figli e i figli dei nostri figli senza avere
                                              la sensazione di doverci rimproverare qualcosa, poter guardare ai giovani per trasmettere loro una
        6                                     vita fatta di sacrifici, di rinunzie, ma di pulizia”.

                                              Il titolo del volume intende lumeggiare le tre diverse parentesi della sua intensa esi-
                                              stenza: tra il 1941 e il 1943, come Ufficiale di complemento dell’Esercito Italiano;
                                              dal 1943 al 1982, quale Ufficiale dell’Arma dei Carabinieri, a quei tempi prima
                                              Arma dell’Esercito; infine, da maggio a settembre del 1982, nella veste di Prefetto
                                              di Palermo.
                                              Nell’impossibilità di raccontare tutti i fatti salienti di quaranta anni di una vita vissuta
                                              sempre sul filo del rasoio, questo volume si è soffermato solo su alcune fasi fondamen-
                                              tali dell’epopea del Generale Carlo Alberto dalla Chiesa: il periodo bellico e della
                                              Resistenza (1942-1945); il Comando Gruppo Squadriglie di Corleone (1949-1950); il
                                              Comando della Legione Carabinieri di Palermo (1966-1973); la costituzione del Nu-
                                              cleo Speciale di Polizia Giudiziaria nell’ambito della I Brigata di Torino (1974-1975);
                                              gli incarichi di Coordinatore del Servizio di Sicurezza degli Istituti di Prevenzione
                                              e Pena e di Coordinamento e Cooperazione tra le Forze di Polizia e gli Agenti dei
                                              Servizi Informativi ai fini della lotta contro il terrorismo (1977-1979); l’incarico di
                                              Prefetto di Palermo (6 maggio – 3 settembre 1982).
                                              Ci piace credere, con questo tributo alla memoria di Carlo Alberto dalla Chiesa, un
                                              esemplare militare, che l’Operazione Carlo Alberto, preannunciata e rivendicata telefo-
                                              nicamente dai mafiosi, non si sia mai conclusa e che la speranza dei cittadini paler-
                                              mitani non sia mai morta. Ci piace credere, alla maniera del Generale, che questo
                                              sia un racconto scevro da ogni partigianeria e soggettività; piuttosto un racconto
                                              obiettivo fatto di documenti originali ed immagini dell’epoca, ritrovati nel corso di
                                              un’accurata ricerca storiografica, condotta dagli Autori sulle orme di Carlo Alberto
                                              dalla Chiesa, quasi a voler scattare un’istantanea senza filtri di quei fatti, per offrirla
                                              al pubblico in tutta la sua verità oggettiva.


                                                                                        Ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone
                                                                                              Capo di Stato Maggiore della Difesa
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