Page 254 - Carlo Alberto dalla CHIESA - Soldato, Carabiniere, Prefetto
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alfonso manzo
compiacimento per attività intensa et coraggiosa et fattiva punto esprimo mia viva
gratitudine per collaborazione sempre entusiasta et incondizionata et mentre sono
certo ulteriori successi auguro ogni fortuna punto tanto cordialmente Generale dalla
Chiesa».
Quelle espressioni augurali furono il miglior viatico che il Gen. dalla Chiesa potesse
indirizzare ai suoi oramai ex Collaboratori.
Della breve ma intensa vita del Nucleo Speciale del Gen. Carlo Alberto dalla Chiesa
ci sono altre numerose testimonianze. Il Cap. Giampaolo Sechi, ora Generale in
congedo, subentrato nel settembre 1975 nello speciale Reparto, si sofferma diffusa-
mente sul metodo investigativo adottato dal suo ideatore. Le regole erano chiare e
inequivocabili: massima riservatezza, lavoro di squadra e totale disponibilità. Cia-
scuna Squadra non sapeva cosa facessero le altre sin tanto che non fosse necessario
250 mettere in connessione gli eventi e le informazioni per inquadrare un contesto inve-
stigativo. Occorreva conoscere la mentalità e il modus operandi delle Brigate Rosse,
conoscere la loro organizzazione, i nomi dei brigatisti e degli irregolari, individuarne
i fiancheggiatori, lavorare in clandestinità. Per fare ciò, di lì a poco sarebbe stato
necessario infiltrare uomini ogni qual volta se ne presentava l’occasione.
Anche il Dott. Giancarlo Caselli ha ricordi nitidi del periodo in cui ha operato, in
qualità di Giudice Istruttore a Torino, fianco a fianco con il Nucleo Speciale di Polizia
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Giudiziaria del Gen. dalla Chiesa :
Il Nucleo Speciale Antiterrorismo venne istituito dal Comando dell’Arma quando le
Brigate Rosse sequestrarono il magistrato Mario Sossi e quando la Cassazione assegnò
questo processo a Torino. È proprio in quel momento che prese corpo il primo Nucleo,
che venne appoggiato, per così dire, alla Brigata Carabinieri del capoluogo piemontese.
Il suo comando venne affidato a un bravo ufficiale, Giuseppe Franciosa, ma di fatto la
sua direzione appartenne, sin da subito, al generale. […] Il Generale dalla Chiesa lo
conobbi in un secondo momento del mio lavoro a Torino. I primi tempi, infatti, avevo a
che fare solo con ufficiali e sottufficiali da lui dipendenti. Con il passare dei mesi, i legami
si fluidificarono per via del lavoro e con questi crebbero la conoscenza reciproca e la
stima anche con dalla Chiesa. Così, una volta che il lavoro si intensificò, si stabilì anche
una grande collaborazione: lo incrociavo molte volte dopo le operazioni e parlavamo
parecchio. Ricordo un episodio significativo per ritrarre quest’uomo: il mio collega
Bruno Caccia ed io eravamo stati fuori Torino per tutta la giornata, ritornammo
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negli uffici di via Valfrè a notte tarda perché dovevamo depositare carte e atti relativi
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alle Bierre, in uno stanzino appositamente adibito. C’era la luce accesa nella stanza di
dalla Chiesa. Stava in piedi, davanti ad un’enorme mappa, piantava delle bandierine
che delineavano, penso, obiettivi che i suoi uomini stavano seguendo.
Anche riguardo ai Componenti del Nucleo Speciale, il Dott. Giancarlo Caselli dedica
un giudizio : «Non ponevano mai questioni, avevano un enorme spirito di sacrificio.
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Il Nucleo che ho conosciuto era un gruppo compatto, una grande squadra».
In proposito, è utile rileggere la spiegazione che il Gen. dalla Chiesa offre, nell’au-
dizione dell’8 luglio 1980 (5 anni dopo lo scioglimento del Nspg), all’On.le Violante
34 F. Paterniti, Tutti gli uomini del generale, Melampo, Milano 2015.
35 Domenica 26 giugno 1983 Bruno Caccia aveva, come era solito fare, deciso di concedere un
giorno di riposo alla propria scorta. Intorno alle 23:30, mentre portava a passeggio il proprio
cane, viene affiancato da una macchina (una Fiat 128 di colore verde) con almeno due uomini a
bordo. Verrà raggiunto da 14 colpi, alcuni esplosi a distanza ravvicinata.
36 Sede degli uffici del Nspg.
37 F. Paterniti, op. cit.