Page 269 - Carlo Alberto dalla CHIESA - Soldato, Carabiniere, Prefetto
P. 269

Il periodo da Coordinatore  del servizio di sicurezza


                                              2.  NOMINA A COORDINATORE DEL SERVIZIO DI SICUREZZA DEGLI
                                                    ISTITUTI DI PREVENZIONE E PENA ITALIANI E COORDINATORE
                                                    DELLE FORZE DI POLIZIA E DEGLI AGENTI INFORMATIVI PER LA
                                                    LOTTA CONTRO IL TERRORISMO

                                              Mentre l’offensiva brigatista avanza implacabile, il governo avverte la necessità di
                                              contrastare e di porre un freno al dilagante fenomeno delle evasioni di terroristi dai
                                              luoghi di detenzione. Nel 1977, pertanto, viene istituito l’Ufficio del Coordinatore
                                              del Servizio di Sicurezza degli Istituti di prevenzione e pena italiani .
                                              L’Ufficio – più noto con l’acronimo Sicurpena – fu istituito con Decreto intermi-
                                              nisteriale Grazia e Giustizia – Interno – Difesa del 12 maggio 1977, nel pieno dei
                                              c.d. «anni di piombo», con una caratterizzazione del tutto particolare, atteso che
                                              si trattava di un’articolazione speciale dell’Arma dei Carabinieri, con al vertice un   265
                                              Ufficiale Generale, posta alle dipendenze funzionali del citato Dicastero. Ciò al fine
                                              di «[…] ovviare alla mancanza, all’interno del Ministero di Grazia e Giustizia, di una
                                              organizzazione specifica che si occupasse delle informazioni e della sicurezza delle
                                              carceri e di svolgere, pertanto, quel ruolo di prevenzione in ambito penitenziario che,
                                              solo alcuni anni dopo la sua istituzione, sarà assunto dalla Polizia Penitenziaria». Al
                                              vertice della struttura fu posto, il 10 maggio 1977, per volere del governo Andreotti,
                                                                                   2
                                              il Generale Carlo Alberto dalla Chiesa . Reggerà quell’incarico sino 9 settembre
                                              1978. Egli volle al suo fianco, quale Vice Comandante, il Generale di Brigata Enrico
                                              Riziero Galvaligi, al quale affidò, tra gli altri, il compito di coordinare la sorveglianza
                                              delle carceri di massima sicurezza.
                                              Il suo formidabile intuito gli suggerì di rinnovare completamente le misure di sicurez-
                                              za attiva e passiva degli Istituti di detenzione e di sviluppare l’attività di intelligence
                                              all’interno dei penitenziari, bacino ove attingere preziose informazioni utili per la
                                              lotta al terrorismo.



                                              2  La nomina di dalla Chiesa a capo di Sicurpena sarà determinata dai molteplici successi ripor-
                                              tati dal Generale nel contrasto al terrorismo, sin dal suo insediamento al comando della Brigata
                                              Carabinieri di Torino, avvenuto nel 1973. Il Gen. dalla Chiesa, sviluppando quelli che erano stati
                                              i capisaldi della lotta alla mafia che aveva precedentemente condotto in Sicilia dal 1966 al 1973,
                                              aveva infatti organizzato – già nel maggio del 1974 e con il benestare dell’allora Ministro dell’In-
                                              terno Taviani – il Nucleo Speciale di Polizia Giudiziaria che, istituito al solo fine di indagare sul
                                              sequestro del Magistrato Mario Sossi, si estese ben presto alle indagini sull’intera struttura delle
                                              Brigate Rosse, ottenendo risultati significativi. Anche a seguito dell’esperienza del Nucleo Speciale,
                                              il Generale rafforzò ancor più la sua convinzione che era necessario non solo colpire le singole
                                              manifestazioni criminali delle BR, ma occorreva contemporaneamente aggredire il fenomeno
                                              nel suo complesso, da considerare alla stregua di un’entità organizzativa a sé stante, cercando di
                                              conoscerlo in profondità e impiegando personale appositamente selezionato e specializzato che
                                              operasse in condizioni di assoluta riservatezza, capace di effettuare colpi di mano, pedinamenti
                                              e attività di infiltrazione. A ciò si aggiungeva la sua grandissima capacità di concepire e imple-
                                              mentare un’attività di analisi criminale che in Italia non era mai stata applicata prima, poiché si
                                              estendeva sia allo studio del contesto ambientale di riferimento sia a quello dei diversi network
                                              relazionali. Si pensi, ad es., a quanto sostenuto dall’allora Colonnello dalla Chiesa, all’epoca
                                              Comandante della Legione Carabinieri di Palermo, in occasione dell’audizione tenutasi presso
                                              la Commissione parlamentare antimafia il 28 marzo 1969, nella quale evidenziò l’importanza
                                              dell’utilizzo (e del continuo aggiornamento) delle schede personali dei mafiosi, sulle quali anda-
                                              vano segnalati sia i vincoli di parentela tra i diversi sodali sia quelli (non di rado più significativi!)
                                              di comparaggio, di vitale importanza per tracciarne i legami relazionali (così C.A. dalla Chiesa,
                                              op. cit., pp. 136 e ss.). Forte di questo importantissimo know-how, dalla Chiesa assunse pertanto la
                                              direzione di Sicurpena, portando con sé – oltre ai peculiari metodi di analisi e di contrasto alla
                                              criminalità – diversi ufficiali e Sottufficiali dell’Arma che avevano strettamente collaborato con lui.
                                              Da Origini e fondamenti dell’intelligence penitenziario di Enzo Antonio Giacalone, pubblicato sulla Rivista
                                              Trimestrale della Scuola di perfezionamento per le Forze di Polizia, Anno 2020, n. 2-3.
   264   265   266   267   268   269   270   271   272   273   274