Page 139 - Carte Segrete dell'Intelligence Italiana il S.I.M. in archivi stranieri
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di Scamporino, per quelle limitazioni giurisdizionali, poste dagli alleati al Ser-
vizio italiano, che non consentivano di esercitare alcun tipo di influenza oltre i
confini in quel momento in vigore. 85 NARA, RG 226,
85
Lo scopo di una più stretta collaborazione tra americani e S.I.M., nell’ottica NND – 974345, 25
maggio 1945.
della difesa della sopravvivenza della S.I. Political Branch attuata da Scampori-
no, era di sviluppare una efficiente organizzazione di intelligence nei Balcani
composta anche da elementi del S.I.M. che si sarebbero assunti ogni responsa-
bilità e, se scoperti, avrebbero negato ogni compartecipazione. Non a caso gli
agenti e i loro mezzi di comunicazione sarebbero stati sotto il controllo italiano.
Dal punto di vista del S.I.M. questo poteva essere un buon compromesso. L’im-
portanza per l’Italia era quella di utilizzare una organizzazione all’estero nella
fase in cui non poteva ancora operare in proprio. Agrifoglio aveva accettato
la proposta americana dopo un periodo di riflessione. Con Scamporino ave-
va deciso di iniziare dai Balcani e dalle ex colonie italiane in Africa, potendo
così riprendere un’attività fuori dal territorio metropolitano, particolarmente
urgente, in specie nelle ex colonie, in vista delle decisioni delle Nazioni Unite
sulla loro sorte. 86 86 Agrifoglio, con il
Da parte loro gli americani si erano impegnati a passare al S.I.M. quei rap- supporto di Scam-
porino, aveva se-
porti che potevano interessare il Governo italiano ma che in nessuna maniera lezionato, in col-
potessero pregiudicare gli interessi americani, sempre considerati, ovviamen- laborazione con
l’O.S.S., per l’attivi-
te, prioritari. tà informativa nelle
ex colonie, cinque
Questa era la situazione raggiunta al momento della stesura del rapporto uomini che aveva-
con il quale Scamporino difendeva la sopravvivenza del suo lavoro rilevando no i requisiti e la co-
noscenza di alme-
che questo era un piano di collaborazione a lungo termine, che doveva cioè no due delle lingue
ivi parlate, l’arabo,
valere per i seguenti due o tre anni, quando, dopo la liberazione completa del l’inglese o il fran-
cese, oltre a una di-
territorio, l’Italia avrebbe iniziato la sua ricostruzione morale, economica e po- mestichezza con la
litica. Doveva rimanere sulla penisola un piccolo gruppo di personale ameri- situazione politica
ed economica dei
cano, non più di dieci elementi, che avrebbe potuto affrontare tutti i problemi territori interessati.
che si sarebbero posti e che avrebbe anche potuto condurre attività informativa Uno rimase fisso a
Palermo in attesa di
all’interno dell’Italia. essere inviato a Tri-
poli, mentre gli al-
Scamporino era dell’opinione che sotto il nuovo governo di Ferruccio Parri, tri attendevano una
il suo personale poteva svolgere qualsiasi ragionevole attività e questo era chiamata per parti-
re e iniziare il lavo-
dovuto anche a sue personali amicizie e relazioni. ro. Non sembra che
tale attività sia sta-
In effetti, l’attività del S.I. Italy non era stata solo operativa ma di covert ta possibile prima
diplomacy. Secondo Scamporino era stato proprio il suo ufficio a sostenere l’esi- della fine del 1946.
genza anche di una intelligence economica e politica. Egli rivendicava di aver
sviluppato attività operativa nei territori ancora occupati dal nemico e aver
invece condotto intelligence economico-politica nei territori liberati; lavoro
espletato senza aiuti dei relativi uffici dell’O.S.S. In sintesi, difendeva, ancora,
la sopravvivenza del suo Ufficio.
Era quindi necessario continuare in questo tipo di raccolta informativa e per
farlo – sosteneva – occorreva avere contatti di un certo livello nella politica e
nell’economia italiana e nel Vaticano; contatti che il suo Ufficio aveva stabilito
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