Page 143 - Carte Segrete dell'Intelligence Italiana il S.I.M. in archivi stranieri
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William Maddox, allora a Capo del S.I. nel teatro operativo del Mediter-
raneo (MED.T.O.) rispose con chiarezza, il 22 gennaio: a suo giudizio i due
ufficiali che avevano informato il S.I.M. delle loro attività non avevano fatto
nulla di illecito… sempre che quanto trasmesso non avesse messo in pericolo
la sicurezza dell’O.S.S.
Tutti i rapporti, comunque, dovevano essere inviati a Scamporino, il qua-
le avrebbe verificato eventuali pericoli per la sicurezza della missione o della
Base, e quindi inviati ai destinatari, S.I.M. compreso.
Il giorno dopo, 23 gennaio, Scamporino scrisse a Maddox che era naturale
tenere sempre a mente la sicurezza delle varie operazioni e quindi decidere di
volta in volta quali informazioni veicolare e quali mantenere ancora segrete.
Però occorreva considerare che i civili, l’Esercito, la Marina, l’Aviazione italiani
e i vari partiti politici erano tutti impegnati in uno sforzo congiunto nella Re-
sistenza: vi era dunque un unico, comune obiettivo e chi aveva più da perdere
erano proprio gli italiani e soprattutto quelli che partecipavano in gran nume-
ro alle missioni segrete, per la maggior parte di natura militare. Ecco perché
le notizie sulle operazioni speciali potevano essere comunicate all’organismo
informativo italiano, magari omettendo l’esatta ubicazione delle basi operative
per le missioni speciali, come peraltro normalmente avveniva.
Naturalmente non se ne parlava proprio di fornire dettagli operativi sulle ope-
razioni segrete. Aggiungeva infatti Maddox: … all of the above, however does not
apply in any way to our secret intelligence operations. The rule there is a hard and fast
one. We do not disclose to any foreign Agency, Allied or otherwise, what we are doing.
Our verbal understanding with SIM does not in any way include any disclosure on
our part of operational details… parole dure di una chiarezza cristallina.
11. I programmi di intelligence ‘post ostilità’
Agli inizi del 1945 l’obiettivo principale degli alleati fu quello di ottenere
intelligence da fonti italiane. Si trattava di raccogliere informazioni di carattere
militare, politico, economico, sociale, psicologico. Bisognava poi analizzare e 90 NARA, RG 226,
90
valutare le informazioni raccolte e disseminate ai Comandanti militari ameri- NND – 974345, gen-
naio 1945.
cani nel Mediterraneo, alla Commissione Alleata, agli organi dell’O.S.S. e alla
Centrale di Washington, al Capo della missione diplomatica americana in Eu-
ropa. Quale era la situazione? Vi erano fonti in Italia di importanza per i Servizi
americani, già in parte utilizzate, ma occorreva continuare a sfruttarle fino alla
completa liberazione della penisola dalle forze tedesche. Il S.I. del MED.T.O.
(Mediterranean Theater of Operation) avrebbe continuato la propria attività stabi-
lendo basi in tutta Italia a seconda delle esigenze e delle richieste provenienti
dal suo Comandante e dal Capo della Missione Diplomatica statunitense in Eu-
ropa, dalla Commissione Alleata e dalle varie Agenzie di informazione. La base
principale del S.I. nel MED.T.O. avrebbe continuato ad avere sempre maggiori
contatti con le basi S.I. in Europa.
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