Page 146 - Carte Segrete dell'Intelligence Italiana il S.I.M. in archivi stranieri
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Nella pagina a Il giorno successivo, il maggiore Renzo Bonivento, comandante del Battaglio-
fianco: ne, scriveva una lettera di commiato al colonnello Smith del G-2 del Quartier
una lettera di
trasmissione Generale delle Forze Alleate (A.F.H.Q.) … l’808° C.S. si distacca in data odierna
di appunti dalla dipendenza operativa del Comando Alleato dopo 33 mesi di intenso lavoro dedicato
sul Servizio – nel periodo della guerra – alla neutralizzazione dell’attività informativa e sabotatrice
Informativo
tedesco in Italia tedesco-fascista, e – nel susseguente periodo di occupazione – alla sicurezza delle truppe
firmata Alleate nel territorio italiano… Una efficace sintesi dell’incarico svolto.
dal maggiore L’effettivo cambio di denominazione del Battaglione avvenne il 1° dicembre
Renzo Bonivento.
successivo 1946 (v. sotto).
Già nel dicembre 1945 gli alleati avevano accettato l’idea della ricostituzio-
ne, nel senso di riorganizzazione e ampliamento, di un Ufficio ‘I’, sebbene le
loro idee su come doveva essere il Servizio informazioni italiano post-bellico
non collimassero con quelle italiane su più di un punto.
Era evidente che ormai occorreva lasciare agli italiani l’intera responsabilità
dell’attività informativa ma le remore dovute all’andamento del conflitto, no-
nostante i due anni di cobelligeranza e la vittoria finale conseguita, non riusci-
vano a dissolversi.
Nel gennaio 1946, nel quadro di alcuni studi sulla futura organizzazio-
ne informativa italiana, in un memorandum del colonnello Foulkes, del G-2
dell’A.F.H.Q., in base a quanto venivano decidendo gli Alleati in vista del ritiro
dal territorio italiano, era stata infatti adombrata la possibilità di chiedere la
rimozione degli elementi appartenuti al S.I.M. e ai Servizi informativi delle
Forze Armate prima del 25 luglio, dall’Ufficio ‘I’ dell’Esercito e quindi anche
di coloro che erano stati nel S.I.D. repubblicano e, successivamente, inseriti nel
Battaglione 808° C.S. Era proprio quello che in realtà aveva chiesto Faccio nel
giugno 1945 (v.sopra).
Secondo il ‘memorandum Foulkes’ occorreva chiedere alle autorità italiane
di:
a) nominare il personale con l’approvazione degli alleati;
b) redigere una lista il più possibile completa delle persone che avevano
operato nell’intelligence prima del 25 luglio 1943;
c) prendere nota che quelle persone non potevano essere accettate, e quindi
dovevano essere forniti dei nomi per la loro sostituzione mentre potevano es-
sere scelti coloro che avevano fino a quel momento lavorato nell’Italian Army
Intelligence (I.A.I.) alla data del ritiro degli alleati;
d) consegnare la lista del personale ex-S.I.M. integrato nell’intelligence ita-
liana e ordinarne il rientro ai reparti di provenienza, in una data da concordare
ma prima del ritiro delle truppe alleate.
Gli americani, tuttavia, non potevano fare a meno di notare che con tali cri-
teri la maggioranza di coloro che avevano operato nel controspionaggio fino
ad allora non avrebbero potuto far parte del nuovo Servizio italiano; pragma-
ticamente si rendevano conto che non sarebbe stato possibile imporre le con-
dizioni descritte.
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