Page 149 - Carte Segrete dell'Intelligence Italiana il S.I.M. in archivi stranieri
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Tornando alla parte propositiva del ‘memorandum Foulkes’, era stato ri-
                     badito che la Seconda Sezione C.S. era stata ed era integralmente composta
                     da Carabinieri che, proprio per aver maturato le loro esperienze nel contro-
                     spionaggio durante le ostilità, non erano ritenuti adatti allo stesso lavoro per
                     il tempo di pace. Ciò rispondeva ancora a quell’idea americana di dividere le
                     attività offensive da quelle difensive nel periodo post bellico, costituendo or-
                     ganismi diversi.
                        Per poter correttamente considerare le possibili intenzioni del nuovo Ser-
                     vizio informativo militare – continuava il documento –, era necessario farlo in
                     rapporto al Governo italiano e alla struttura dell’Esercito.  Era evidente che si
                     sarebbe trattato di un organo militare che avrebbe avuto competenza sull’in-
                     telligence riguardante l’Italia. Era un campo molto vasto e includeva una gran-
                     de varietà di materie da trattare e di diversi metodi procedurali. Il principale
                     obiettivo era quello di mantenere informato l’Esercito e lo Stato Maggiore Ge-
                     nerale delle attività degli stati confinanti dirette contro l’Italia, primi fra tutti
                     quelli balcanici.
                        A questo proposito l’estensore del documento faceva delle considerazioni
                     riguardo al supporto che poteva venire da alcuni partiti politici. Era ipotizza-
                     bile che un eventuale governo con una tendenza chiaramente di sinistra non
                     avrebbe dato il necessario appoggio per una intensa attività informativa contro
                     quegli stati. In effetti, non si erano ancora svolte le prime elezioni politiche
                     nell’Italia liberata e la situazione era molto fluida.
                        Veniva inoltre sostenuta l’idea  che il Ministero della Guerra e lo Stato Mag-
                     giore Generale non vedessero con favore il nuovo Servizio. Era difficile spie-
                     gare, secondo l’ufficiale americano, l’origine di questo atteggiamento, a meno
                     che  il  S.I.M.  nel  passato  (fascista  e  post  armistiziale)  non  avesse  avuto  una
                     autonomia e libertà di azione tali da suscitare gelosie  e paure.
                        Le future incombenze del nuovo Ufficio ‘I’ venivano indicate in una:
                        a)  intensa attività informativa in tutti i Balcani, subordinata naturalmente
                           all’orientamento politico che avrebbe preso i Governo;
                        b)  simile attività verso tutti i paesi confinanti;
                        c)  minore attività rispetto al passato per quanto concerneva le colonie;
                        d)  attività normale in tutti i territori vicini alla Russia o sotto l’influenza so-
                           vietica, anche in questo caso secondo le tendenze governative; il Medio
                           Oriente avrebbe continuato a essere per l’Italia un osservatorio interes-
                           sante;
                        e)  attività normale, ‘non in larga scala e non su specifici obiettivi, veniva
                           specificato, verso gli Stati Uniti e la Gran Bretagna.
                        Non sembrava, però, al colonnello Foulkes che il Governo avesse già un pia-
                     no ben definito per l’intelligence prima della firma del Trattato di Pace, anche
                     perché l’Esercito italiano non si era ancora ben strutturato e la politica gover-
                     nativa non aveva ancora raggiunto una sua stabilità.
                        Gli americani si rendevano ben conto che era difficile intraprendere un va-





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