Page 232 - Carte Segrete dell'Intelligence Italiana il S.I.M. in archivi stranieri
P. 232

un cognome o un alias) e su Pietro Giannini. Umberto Falsini e un non meglio
                                   identificato Peppino, cameriere presso la residenza dell’ambasciatore, che for-
                                   nivano le  entrature per  l’ambasciata d’Egitto. Alla sede del Belgio  presso il
                                   Quirinale il contatto era Lelio Morviducci. Filippo Governale e Massimo Orec-
                                   chini, camerieri, garantivano la legazione di Romania; Agostini, l’ambasciata
                                   di Spagna in Vaticano; Emilio Orru, quella argentina; Angelo Padelleti, l’am-
                                   basciata di Portogallo presso la Santa Sede. Alessandro Quintavalle, autista,
                                   era nella legazione iugoslava in Vaticano, insieme a un certo Mario, giovane
                                   usciere; Anna Virgili, cameriera presso l’addetto militare e Rosa, dattilogra-
                                   fa, per la Turchia; Emma, cuoca, e Carlo, autista presso i diplomatici afgani;
                                   Agostino, autista all’ambasciata cinese; Peppino, cameriere presso gli svizzeri.
                                   Questi sono i contatti elencati nella memoria dei quattro testimoni; un vasto
                                   campionario umano di impieghi e persone, non escluse le donne: cuoche, ca-
                                   meriere e al massimo segretarie.
                                      Anche il consolato della Gran Bretagna a Torino fu violato da elementi del
                                   S.I.M.  durante  la  guerra  italo-etiopica  del  1936.  Fu  un  grande  successo  del
                                   Centro di controspionaggio operante nel capoluogo piemontese: ottenne docu-
                                   menti che provavano che il Console britannico faceva spionaggio; tra l’altro il
                                   diplomatico aveva pagato forti somme ad un certo ‘colonnello Jones’, in realtà
                                   nome in codice di un italiano che insegnava inglese all’Accademia militare. Il
                                   ‘Jones’ fu posto sotto osservazione fino a 1942, quando fu possibile produrre
                                   delle prove che non avrebbero bruciato la fonte interna al Consolato, e il ‘Jo-
                                                                                                      55
                55    SHD, SHAT 7N2929.   nes’, riconosciuto colpevole, fu condannato a molti anni di prigione.
                   Di  un  colonnello
                   Donald  Jones  rife-
                   risce  Franco  Fucci
                   in Spie per la libertà.
                   I  servizi  segreti  del-  5. La  penetrazione  nelle  rappresentanze  diplomatiche  e  consolari
                   la  Resistenza  italia-
                   na,  Milano,  1983,   americane
                   p. 45 e ss. Si tratta
                   del  rappresentante   La ‘Squadra P’ era riuscita anche a penetrare nel consolato degli Stati Uniti a
                   O.S.S.  in  Svizzera,   Milano, tramite un certo Vincenzo Perla, che probabilmente era stato reclutato
                   durante il  periodo
                   bellico,  che  aveva   da Terzilio Borghesi, figura ben nota agli alleati. Il Perla, arrestato dal contro-
                   operato  anche  con
                   vari  ‘alias’  italiani.   spionaggio americano l’8 giugno 1945, per la confessione del Borghesi, aveva
                   Forse è solo un caso
                   di omonimia o è la   ammesso nell’interrogatorio la sua attività contro la rappresentanza consolare
                   stessa  persona con   americana, fino al luglio 1941, data della sua chiusura.
                   diversa missione in
                   tempi diversi.     Vincenzo Perla, nativo di Palermo, aveva in precedenza lavorato nel conso-
                                   lato americano del capoluogo siciliano dal 16 agosto 1927 al 30 settembre 1932.
                                   Godendo anche della fiducia dei suoi datori di lavoro, era stato trasferito a Mi-
                                   lano, dove era stato inserito nell’Ufficio Passaporti. Anche a Milano si conqui-
                                   stò la fiducia del Console Generale, ma i documenti più importanti, che poteva
                                   leggere, erano custoditi in una cassaforte alla quale non aveva accesso.
                                                      56
                 56    NARA,  RG  226   Nell’agosto 1945  il controspionaggio americano, sede  di Roma (noto con
                   NND  –  974345,  9
                   agosto 1945.    il codice Roma X-2) riuscì, tramite interrogatori o informazioni spontaneamen-
                                   te fornite da membri del Servizio informazioni, ad acquisire un quadro quasi





                 232               Carte segrete dell’IntellIgenCe ItalIana
   227   228   229   230   231   232   233   234   235   236   237