Page 236 - Carte Segrete dell'Intelligence Italiana il S.I.M. in archivi stranieri
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“Ugo”: strana figura di esperto di doppio gioco; ce ne furono molti che fe-
                                   cero lo stesso tra la fine del fascismo e l’armistizio, in un momento di grande
                 60    Dai documenti an-  confusione, anche morale, sul territorio italiano.
                                                                                  60
                   glo-americani con-
                   sultati relativi alla   Nel quadro dei successi ottenuti nella penetrazione di sedi diplomatiche e
                   penetrazione  del-  consolari americane, ancor prima che gli Stati Uniti entrassero in guerra, due
                   la  rappresentanza
                   degli Stati Uniti a   cifrari militari erano stati prelevati e fotocopiati nell’ufficio dell’addetto mi-
                   Berna non si evin-  litare a Berna, colonnello Fiske: il risultato fu che al momento della battaglia
                   ce  il  suo  vero  no-
                   me.  Franco  Fuc-  di El Alamein, ad esempio, gli italiani furono in grado di decifrare i messaggi
                   ci,  nel  citato  Spie
                   per la libertà, dedi-  che Feller, l’ufficiale americano osservatore della 8^Armata di stanza al Cairo,
                   ca  molto  spazio  a   inviava alla madrepatria.
                   un  ‘Ugo’,  alias  di
                   Luca  Osteria,  che
                   era a capo di una
                   squadra  di  poli-
                   zia  italiana alle di-  6. Notizie di altre penetrazioni di sedi estere
                   rette  dipendenze
                   del  Comando  SS   Anche nell’Ambasciata della Yugoslavia presso la Santa Sede il raccolto fu
                   dell’Hotel  Regi-
                   na a Milano. Dalle   interessante perché, attraverso i documenti in possesso di un certo Monsignor
                   parole  del  capita-
                   no Anastasio si po-  Moscatelli, di quella rappresentanza diplomatica, agli italiani fu possibile com-
                   trebbe  pensare  ad   prendere quali importanti informazioni militari transitavano attraverso il Vati-
                   un successivo dop-
                   pio ruolo di ‘Ugo’   cano per il  governo jugoslavo a Londra.
                   (Luca Osteria) nei
                   confusi tempi del-  Furono interessanti anche i risultati dell’attività contro l’ambasciata svizze-
                   la guerra.      ra a Roma: attraverso questa penetrazione, infatti, il S.I.M. scoprì che l’addetto
                                   militare, colonnello De Watteville, lavorava per l’intelligence anglo-americana
                                   usando come fonti un certo Steiger  e tale Kurt Sauer, impiegati all’ambasciata
                                   tedesca a Roma. Steiger e Sauer furono in seguito giudicati da un Tribunale mi-
                                   litare e Sauer, condannato a morte. Il documento non specifica quale Tribunale
                                   militare li giudicò.
                                      Da quanto scoperto risultò anche chiaro che l’ambasciata di Berna  stava vio-
                                   lando la dichiarata neutralità svizzera in favore degli anglo-americani. Questa
                                   circostanza fu scoperta dal S.I.M. in ordine ad una attività di controinformazio-
                                   ne posta in essere verso i Russi: la Sezione ‘Zuretti’ aveva infatti fatto sapere,
                                   tramite  un agente doppio, che era stata creata in seno all’Esercito italiano una
                                   ‘armata’ anticomunista chiamata ‘Divisione Buon Servizio’. Tra i documenti
                                   che furono sotratti nell’ambasciata svizzera dalla ‘Squadra P’, vi erano dei di-
                                   spacci da Berna che chiedevano dettagliate informazioni all’addetto militare,
                                   per conto degli inglesi, proprio su questa fantomatica grande unità antibolsce-
                                   vica che gli italiani stavano strutturando!
                                      In conclusione, dalle poche evidenze documentali finora ritrovate, risulta
                                   che la Sezione Controspionaggio del S.I.M., Centro di Roma, era riuscita ad
                                   ottenere il duplicato delle chiavi delle casseforti delle più importanti sedi di-
                                   plomatiche a Roma, sia presso il Quirinale sia presso la Santa Sede. Gran parte
                                   dei documenti furono distrutti, come riferito da alcuni protagonisti, mentre le
                                   chiavi, una volta dissotterrate, furono rese ai legittimi proprietari attraverso gli
                                   organi di intelligence anglo-americani.







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