Page 312 - Carte Segrete dell'Intelligence Italiana il S.I.M. in archivi stranieri
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in contatto con il colonnello Badini, tramite corrieri speciali e un cifrario. Lo
                                   stesso aveva fatto con il suo collega in Bulgaria. Peraltro, era giunta notizia che
                                   il controspionaggio tedesco aveva saputo che Zavattari riusciva a comunicare
                                   con i suoi colleghi nei Balcani: così, come disinformazione, Istanbul sparse la
                                   voce che le comunicazioni tra gli italiani in queste zone avvenivano attraverso
                                   lo Stato Maggiore turco… e sapendo che i tedeschi non volevano avere pro-
                                   blemi con la Turchia della quale cercavano sempre la neutralità se non l’ap-
                                   poggio diretto, probabilmente non avrebbero sollevato la questione con i loro
                                   corrispondenti turchi, cercando di neutralizzare quelle comunicazioni in altra
                                   maniera.
                                      Nelle varie relazioni sul controspionaggio dei primi mesi del 1944, inviate
                                   all’Ufficio Informazioni del Comando Supremo, allo Stato Maggiore dell’Eser-
                                   cito (1° Reparto Ufficio Operazioni), e al Ministero della Guerra (Gabinetto del
                                   Ministro), firmate dallo Zavattari o dal Levesi o dal Vice Console (tenente co-
                                   lonnello) Luciano Del Balzo (copertura ufficiale del Capo Centro informazioni
                                   a Smirne, che aveva avvicendato il Frigerio), si può avere una idea dell’attività
                                   completa svolta nel settore. Zavattari indicava con precisione la raccolta sul
                                   posto di notizie politico-militari sul nemico, sulla sua organizzazione e i suoi
                                   rapporti con la Turchia; il monitoraggio dell’azione nazista e fascista nei Bal-
                                   cani; l’attività di disinformazione e controinformazione sui servizi tedeschi; la
                                   sorveglianza  sulla colonia degli italiani e in particolare su quelli che erano so-
                                   spettati di intelligenza con i tedeschi, avendo aderito al ricostituito ‘Fascio’ lo-
                                   cale e lotta ai nuovi fascisti repubblicani; la sorveglianza sugli agenti tedeschi,
                                   in particolare su quelli destinati ad agire nel Vicino e Medio Oriente, riuscendo
                                   a preparare numerose schede segnaletiche da passare agli anglo-americani; il
                                   rifornimento di viveri e materiali alle isole dell’Egeo; la raccolta delle informa-
                                   zioni testimoniali sui crimini di guerra commessi dai tedeschi nelle isole del
                                   Dodecaneso (sono moltissimi i documenti relativi). Più o meno dello stesso
                                   tenore era la relazione sull’attività svolta inviata da Ankara, firmata dal Levesi
                                   e sempre controfirmata dall’addetto militare Zavattari.
                                      Il controllo su quanto si agitava nella colonia italiana, che pure era uno dei
                                   compiti importanti, non si presentava facile: vi era allora una complessa situa-
                                   zione, tra i fascisti rimasti fedeli al Mussolini repubblicano e chi aveva aderito
                                   al governo di Badoglio, riproponendo le divisioni, gli scontri che si concretava-
                                   no nel territorio metropolitano.
                                      Le fonti principali erano sempre i ‘vecchi’ sperimentati agenti del Centro, gli
                                   informatori occasionali, alcuni contatti personali tenuti dagli ufficiali in modo
                                   molto discreto, i normali contatti a livello diplomatico.
                                      La questione più delicata era la propaganda fatta dai tedeschi sia nei campi
                                   di internamento sia presso il loro Consolato; ad esempio era stato fatto  proiet-
                                   tare varie volte il film della liberazione di Mussolini dalla prigionia sul Gran
                                   Sasso per tentare di orientare la comunità italiana alla fedeltà verso l’Asse e, di






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