Page 310 - Carte Segrete dell'Intelligence Italiana il S.I.M. in archivi stranieri
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Nella pagina a tivi militari italiani: già nel 1938 erano stati diramati ordini a quel personale di
fianco: riferire su ogni questione di potenziale interesse. Al momento dell’entrata in
la lista dei
diplomatici guerra quelle richieste divennero sempre più insistenti soprattutto per coloro
italiani da che risiedevano in basi navali anglo-americane: consoli e ‘assistenti’ dovevano
rimpatriare dalla prestare orecchio attento anche a quelle notizie locali che potevano rivelare
Turchia.
tasselli di un mosaico complesso.
Istanbul era stata sempre un Centro informativo importante e lo fu anche
dopo l’8 settembre, ovviamente in stretta collaborazione con gli omologhi in-
glesi e americani.
In realtà tutti gli organi informativi in territorio turco al momento dell’ar-
mistizio eseguirono gli ordini che erano giunti dal governo di Badoglio, e cioè
porsi a disposizione degli Alleati. Fu riorganizzato su nuove basi collaborative
il controspionaggio, centrando ancora una volta l’attività operativa riguardan-
te la zona nel Centro di Istanbul, che continuò ad avere alle dipendenze quello
di Izmir (Smirne) e il Centro Informazioni e Recupero di Kusadasi. Smirne ac-
quisì il nuovo importante compito del doppio gioco con il Console germanico
di quella città, oltre a occuparsi del recupero dei militari sbandati e fuggiaschi
dal Dodecaneso. Il Centro di Kusadasi fu in particolare orientato a svolgere
attività nell’ambiente tedesco delle isole, Rodi compresa.
Zavattari, rimasto a capo dell’attività informativa, chiese ripetutamente ad
Agrifoglio di voler dare disposizioni affinché il coordinamento dell’attività di
controspionaggio fosse lasciato integralmente al suo Ufficio, come era stato
prima dell’armistizio, tenendo ovviamente informati anche l’addetto navale e
quello aeronautico. Questa richiesta derivava dal fatto che per Zavattari, sul-
la base della precedente esperienza, non era possibile che i suoi colleghi ad-
detti militari per le altre due Forze Armate svolgessero attività autonoma di
controspionaggio che poteva andare a intralcio del suo lavoro e soprattutto
comportava un inutile duplicato, almeno in termini di personale e risorse eco-
nomiche.
I servizi di controspionaggio britannico e americano in quel settore erano
d’accordo con questa impostazione e riconobbero come esclusivo organo del
controspionaggio italiano proprio Ankara e i suoi Centri dipendenti, deciden-
do di trattare di conseguenza tutte le problematiche relative al controspionag-
gio unicamente con quell’Ufficio.
Tra l’altro i Servizi britannici e americani chiesero alla controparte italiana
di voler impartire disposizioni affinché i consoli italiani, veri o presunti, a Mer-
sina, Adana e Alessandretta collaborassero con i rappresentanti del servizio nel
territorio.
Il controspionaggio in quelle zone continuò ad essere legato anche al mede-
simo servizio nei Balcani: per la Romania Zavattari si manteneva in continuo
contatto con il generale Voli al quale aveva inviato un ‘suo cifrario’ per age-
volare la corrispondenza e lo scambio di informazioni. Per l’Ungheria si mise
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