Page 316 - Carte Segrete dell'Intelligence Italiana il S.I.M. in archivi stranieri
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Nella pagina a Il marchese Ignazio Sanfelice di Monteforte era stato vice console a Alessan-
fianco: dretta dal 28 ottobre 1942. Dichiarò che in quella posizione aveva monitorato
la prima pagina
del verbale attentamente le attività inglesi politiche, militari e di intelligence in tutto il vi-
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dell’interrogatorio layet di Antiochia.; il tenente di vascello Giovanni Boccardi, che faceva parte
del ‘Vice Console’ del suo personale, gli dava numerose informazioni che otteneva da mercanti,
a Smirne, conte
Pier Alberto marinai e contrabbandieri arabi che viaggiavano costantemente tra Alessan-
Frigerio. dretta e varie parti della Siria e del Libano, ma non gli rivelò mai le modalità
della loro acquisizione. Conosceva i movimenti delle truppe in Siria, quel che
146 Regione ammini- gli inglesi importavano e esportavano dalla Turchia, le loro attività mercantili
strativa turca, de- nel porto di Alessandretta: inviava poi tutte queste informazioni al Consolato
rivante dalla strut-
tura burocratica Generale ad Adana.
dell’impero otto-
mano. Dopo l’armistizio aveva avuto una stretta collaborazione con il Console Ge-
nerale inglese con il quale condivideva quanto veniva a sapere. Ormai per lui
era tempo di rientrare a Napoli, dalla sua famiglia, per poi chiedere una nuova
missione diplomatica.
Non ebbe difficoltà per continuare il viaggio verso l’Italia perché la sua col-
laborazione con le autorità inglesi fu ritenuta proficua e non era elemento di
pericolo per la sicurezza degli alleati in Italia.
Qualche problema in più lo ebbe il conte Pier Alberto Frigerio, nonostante
la sua copertura di Vice Console; veniva da una famiglia di ufficiali di Marina
e era uscito dall’Accademia Navale nel 1923.
Aveva svolto varie missioni fuori territorio metropolitano, tra cui quella
di collegamento tra il Comando italiano e l’ammiraglio Hankins in Cina; era
stato aiutante di campo del Duca di Genova, sia a terra sia durante alcuni im-
barchi. Nel luglio 1941 era stato mandato a Oporto dal Servizio Informazioni
della Marina, ufficialmente per comporre una disputa tra il Console italiano e
l’addetto navale: e lì aveva in realtà raccolto numerose informazioni militari
sui convogli che attraversavano l’Oceano Atlantico. Dopo diciotto mesi, nel
febbraio 1943, era stato inviato a Smirne con una copertura diplomatica. Aveva
avuto eccellenti relazioni con i tedeschi, specialmente con un altro Vice Conso-
le, Hupmersoffen, che era stato un ufficiale della Marina austriaca. Nella città
turca Frigerio aveva lavorato insieme ai servizi tedeschi, soprattutto per avere
informazioni su chi agiva per conto dei greci nelle isole vicine.
Durante l’interrogatorio dichiarò che non aveva a Smirne una rete di agenti
in quanto era dell’avviso che non servissero: tutti sapevano facilmente quali
caicchi partivano e alla volta di quale meta. Quelle informazioni ottenute veni-
vano subito inviate a Roma a tal fine: aveva un radiotelegrafista ai suoi ordini,
Dante Ricciotti (anche cifratore), che doveva contattare il Ministero giornal-
mente, ad appuntamenti fissi; settimanalmente, invece, inviava dei rapporti al
147 Questo è il nome capo dell’intelligence navale in Turchia, maggiore Boggilira. 147
scritto nel docu-
mento. Dopo l’armistizio aveva cessato ogni rapporto con i tedeschi salvo chiedere
un passaporto per lasciare la Turchia e raggiungere la propria famiglia (moglie
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